Don Baresi, domiciliari alla Casa del Giovane

Il sacerdote bresciano è stato condannato a sette anni e mezzo per per violenza sessuale su minore e diffusione di materiale pedopornografico.

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(red.) Don Marco Baresi, sacerdote bresciano e, ai tempi, vicerettore  del Seminario di via Bollani, condannato in via definitiva (con sentenza della Cassazione datata 23 giugno 201) a sette anni e mezzo per violenza sessuale su minore e diffusione di materiale pedopornografico, dopo essere stato arrestato per scontare la pena nel carcere di Bergamo, ora , da tre mesi, si trova al Conventino alla Casa del Giovane, nella città orobica.
Il Conventino dà ospitalità ad anziani sacerdoti, ma nella stessa struttura ci sono anche adolescenti e giovani studenti ospiti alla Casa del Giovane, non ultimi i ragazzi delle fomazioni giovanili dell’Atalanta. Una scelta che è stata molto criticata, vista la natura dei reati per i quali il sacerdote bresciano è stato ritenuto colpevole.
La vicenda che ha coinvolto l’ex prorettore del seminario bresciano prende la mosse il 26 novembre 2007 cquando il prete venne portato in isolamento nel carcere di Canton Mombello con le accuse di violenza sessuale su minore e diffusione di materiale pedopornografico.
In cella don Baresi rimase solo una notte, perchè vennero accolte le richieste dei domiciliari formuate dai legali dell’uomo.
Il caso suscitò molto scalpore e venne anche realizzato un gruppo di sostegno per don Marco, denominato “FreeDon”, a sostegno dell’innocenza del sacerdote.
Ad incastrare il prete le accuse di un ragazzo che, due anni prima dell’arresto, in cura da una psicologa, si era confidato raccontando di aver avuto rapporti sessuali con il sacerdote quando frequentava le medie al Seminario e non aveva ancora compiuto 14 anni. Dal seminario il ragazzino era stato allontanato a suo tempo, ma senza raccontare nulla. La psicologa aveva riferito i fatti ai genitori del ragazzo che avevano sporto denuncia alla polizia.
Dopo l’arresto di don Baresi era stata effettuata anche una perquisizione dell’alloggio in Seminario da cui era emerso che nell’hard disk del computer portatile, senza password d’accesso e anche in uso ad altre persone, come venne sostenuto durante il processo dalla difesa, vennero trovate traccia di ben 600 files dal contenuto pedopornografico. Files che qualcuno, nei giorni precedenti l’arresto, aveva tentato goffamente di cancellare.
Nel processo d’appello la difesa aveva sostenuto che il giorno in cui vennero scaricati 180 files (l’ordine era partito dal computer alle 12.30 del 28 aprile 2007) don Baresi non era al Seminario, ma era ospite a pranzo in un’altra parte della città. Il 20 maggio 2009 il Tribunale di Brescia ha condannato don Baresi a sette anni e mezzo di reclusione.
Un anno dopo, il 16 giugno 2010, in secondo grado è stata confermata la condanna e la Cassazione, il 23 giugno 2011, ha ratificato la condanna a sette anni e mezzo. Nel febbraio 2013 don Baresi è stato arrestato per scontare la pena nel carcere di Bergamo. A dicembre dello scorso anno, don Fausto Resmini aveva annunciato che  don Marco sarebbe potuto uscire dal carcere per seguire un percorso personale presso il Patronato San Vincenzo di Sorisole da lui diretto, e dove ha sede la Comunità per minori “Don Milani” che si occupa di ragazzini vittime di violenza o che stanno scontando pene per reati gravi. Una scelta che era stata stigmatizzata anche dai media locali che avevano sollevato l’opportunità di far frequentare un luogo con minori ad una persona condannata per pedofilia. Da qui la scelata della nuova destinazione: un’altra struttura, ma, anche questa, a quanto pare, frequentata da minori.

 

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