Salò, offese guardie Wwf: condannato

Nei guai un comandante della Polizia Municipale che aveva difeso un amico cacciatore che aveva appena sparato ad un animale appartenente a specie protetta.

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(red.) Dovrà risarcire le guardie del Wwf che aveva offeso e minacciato mentre svolgevano il loro lavoro.
Si è concluso con una sentenza di condanna del Giudice di pace di Salò, nella provincia di Brescia, il processo avviato nel 2006 a carico di Maurizio Goffi, comandante della Polizia Municipale di Prevalle, imputato per aver offeso l’onore e il decoro di Monica Di Meo, proferendo la frase “mi stai sui coglioni”, seguita dal gesto di toccarsi i genitali, e per aver minacciato di un brutto male tre guardie particolari giurate del Wwf di Brescia, tra cui la stessa Monica di Meo della Lipu.
I fatti, accaduti a Gavardo, risalgono a al 30 dicembre 2006.  Un amico di Goffi, Paolo Berardi, durante una battuta di caccia, aveva sparato ad un uccello della fauna protetta. Le guardie del Wwf lo hanno fermato, ma Goffi, qualificatosi come ufficiale di polizia giudiziaria, si è opposto all’accertamento, sostenendo che le guardie del Wwf non erano legittimate ai controlli e invitando i cacciatori presenti a non fornire le loro generalità. Goffi avrebbe anche invitato i cacciatori presenti a dichiarare che erano state le stesse guardie a infilare nella tasca di Berardi l’animale.
La disputa si è conclusa con l’arrivo dei carabinieri, ma nel pomeriggio, le guardie del Wwf si sono recate a casa di Goffi per notificare il verbale di identificazione.
In quell’occasione, l’uomo avrebbe proferito le parole offensive nei confronti di Di Meo e si sarebbe rivolto agli altri avvertendoli che “il mondo è piccolo”.
Il giudice ha condannato Goffi a una multa di 600 euro, al risarcimento delle parti civili per 1.500 euro ciascuna, più le spese processuali.

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