Falso, Monica Rizzi verso il giudizio

(red.) Avrebbe gonfito il proprio curriculum, inserendo una laurea in psicologia conseguita a Ginevra, per poter partecipare a un bando della Provincia di Brescia da mille euro. E proprio a causa di questo “trucco”, Monica Rizzi, ex- assessore allo Sport della Regione Lombardia, ex esponente di rilievo nella Lega Nord camuna, potrebbe essere processata per induzione al falso.
Si avvia dunque alla conclusione la vicenda che vedeva coinvolta la politica su tre fronti. Il sostituto procuratore Leonardo Lesti, dopo aver chiuso le indagini ed averla interrogata, ha ritenuto non compiutamente dimostrabile l’esercizio abusivo della professione di psicologa o psicoterapeuta. Per questo capo d’imputazione è stata chiesta l’archiviazione. Davanti alla derubricazione del reato di usurpazione di titolo ha poi trasmessogli atti alla Prefettura, che potrebbe condannarla al pagamento di una multa fino a 929 euro.
Dunque l’unica questione aperta resa l’ipotesi di reato di falso, anche se l’imputazione sembra destinata alla prescrizione. I fatti sui quali ha indagato la procura risalgono al 2005, quandi a sette anni fa. Il falso cade in prescrizione in sette anni e mezzo e l’udienza preliminare, quasi certamente, potrebbe servire per dichiarare il non luogo a procedere.
Monica Rizzi resta ancora in ballo ancora per il presunto dossieraggio a danno di alcuni avversari di Renzo Bossi nella corsa al Pirellone. La Procura, però, ha chiesto l’archiviazione.