Pena alternativa: sette al lavoro in Broletto

Bitonte: "L'obiettivo è rieducare il condannato e ripristinare il valore educativo della pena". Peli: " Provincia come ente a supporto del territorio".

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(p.f.) La Provincia di Brescia nei prossimi giorni potrà contare su sette lavoratori in più. Ma non si tratta di impiegati qualsiasi. Saranno, infatti, ragazzi, condannati per reati legati a stupefacenti o infrazioni del codice della strada, che sconteranno la loro pena in lavori di pubblica utilità. Oggi, la firma della convenzione tra l’assessore provinciale Aristide Peli e il presidente del Tribunale Augusto Angelo Bitonte.
“La legge”, ha spiegato Bitonte, “consente di applicare queste misure alternative, con l’obiettivo di rieducare il condannato e di ripristinare il valore educativo della pena”. I sette neo-lavoratori della Provincia presteranno gratuitamente servizio nel settore Sport e Giovani e in quello di Manutenzione e Viabilità. In particolare, quattro collaboreranno alla gestione del portale www.gioventucard.it, procedendo con il caricamento on-line delle nuove richieste d’iscrizione e delle nuove adesioni di esercizi e servizi commerciali, nonché all’elaborazione dei dati inseriti sul portale.
Tre si occuperanno invece del servizio segnaletica stradale. “Una convenzione”, ha sottolineato l’assessore Peli, “con cui ribadiamo il concetto di Provincia come ente a supporto del territorio e della collettività”. Il Broletto, del resto, era stato già protagonista di un protocollo sulla stessa materia, il 19 luglio dello scorso anno. “In quell’occasione”, ha aggiunto Peli, “avevamo sottoscritto un protocollo in cui ci impegnavamo a informare e incentivare associazioni ed enti del territorio sulla possibilità di ‘assumere’ persone condannate. Con la firma di oggi, scendiamo in prima linea, inserendo nei nostri stessi uffici questi ragazzi”.
Ad oggi sono 31 le associazioni che hanno già aderito all’accordo. “Un numero molto alto”, ha sottolineato Nicola Stellato, dirigente amministrativo del Tribunale, “che è in continua crescita. E’ un meccanismo nuovo, che ha bisogno di un periodo di rodaggio, ma a Brescia sono stati già fatti passi importanti”. Spesso è infatti complicato far coincidere le esigenze delle associazioni disponibili ad offrire un’occupazione ai condannati, e i condannati stessi. “E’ un meccanismo complicato”, ha spiegato Peli, “perché bisogna riconvertire le pene pecuniarie in ore lavorative o trovare il profilo più adatto. E’ una responsabilità importante: siamo convinti che questa sia la strada giusta”.

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