La paziente morì, medici assolti

(red.) Assolti perché il fatto non sussiste. Con questa sentenza sono stati prosciolti dall’accusa di omicidio colposo due medici che, all’epoca dei fatti, erano in servizio alla casa di cura S. Anna di Brescia.
La vicenda è legata alla morte di una giovane donna, Patrizia Rodi, 33enne antiquaria di Gavarno di Scanzorosciate (Bergamo), deceduta al Civile nel gennaio del 2006 dopo settimane di coma, a seguito di una laparascopia esplorativa effettuata da uno dei due medici nel settembre del 2005.  Dopo 24 ore dall’intervento la paziente venne dimessa dall’altro medico che era di turno, ma, una volta a casa, la donna incominciò a sentirsi male ed ad accusare forti dolori.
Il marito la ricondusse al S. Anna dove venne operata, ma entrò in choc settico. A seguito delle complicazioni sopraggiunte, la 33enne venne ricoverata al Civile dove le sue condizioni si aggravarono fino all’esito fatale.
Per l’accusa, sostenuta dal pm Silvia Bonardi, il decesso avvenne in conseguenza dell’operato colposo dei medici del S. Anna, poi rinviati a giudizio. Per entrambi l’accusa aveva chiesto la condanna a 1 anno e 6 mesi ciascuno.
Per la difesa, invece, i due medici non sono responsabili del decesso, ma piuttosto la causa della moret della signora era da ricondursi al ritardo con cui il marito la riportò in ospedale dopo i malori.
Il marito della donna è stato processato e assolto, con sentenza passata in giudicato, dall’accusa di omicidio colposo nel luglio del 2009. Il tribunale ha dato ragione ai legali dei due professionisti: la morte della donna non è conseguenza del loro operato.