Abuso d’ufficio, due anni al sindaco Ardigò

Il primo cittadino di Tremosine condannato in primo grado per avere consentito la realizzazione di una piscina coperta e di garages in modo illegittimo.

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(red.) Due anni di carcere e due anni di interdizione dai pubblici uffici. Questa la sentenza di condanna (senza sospensione condizionale della pena) emessa martedì dal Tribunale di Brescia a carico del sindaco di Tremosine (Brescia) Diego Ardigò. Il primo cittadino è stato ritenuto colpevole, in primo grado, di abuso d’ufficio aggiungendo sei mesi alla richiesta del pm Claudia Moregola.
I fatti risalgono al 2003 e riguardano la realizzazione di una piscina e di alcune autorimesse coperte nell’area del residence Antica Stella d’Oro, a Pieve di Tremosine.
L’indagine allora riguardava un’ipotesi di abuso edilizio, ipotesi di reato che nel frattempo è andata in prescrizione. Rimase in piedi solo l’accusa di abuso d’ufficio a cui è stato chiamato a rispondere il sindaco Ardigò, coinvolto peraltro in un’altra vicenda giudiziaria insieme con altre persone per presunte irregolarità edilizie commesse nella realizzazione di alcune opere pubbliche e per la quale ritornerà in tribunale il 27 gennaio.
Secondo l’accusa il primo cittadino avrebbe rilasciato autorizzazioni a costruire la piscina e le autorimesse in modo illegittimo.
In particolare, il sostituto procuratore Claudia Moregola sostiene che Ardigò non abbia tenuto nel conto dovuto la necessaria autorizzazione paesaggistico-ambientale da parte della Comunità Montana dell’Alto Garda Bresciano e, autorizzando i lavori con sanatoria, sia contravvenuto anche allo stesso Prg del Comune.
In sede civile due dei residenti a fianco del residence che avevano presentato denuncia hanno ottenuto un risarcimento del danno di 30mila euro a titolo provvisionale.

 

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