Scaroni, martedì il processo ai poliziotti

Si apre martedì a Verona il processo a carico di 8 agenti accusati del pestaggio del tifoso Paolo Scaroni. L'ultras delle rondinelle è rimasto invalido al 100%.

(red.) Martedì 20 settembre si tiene la prima udienza del processo che vede alla sbarra otto poliziotti, accusati di lesioni gravissime ai danni di Paolo Scaroni, ultras del Brescia massacrato di botte alla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova nel settembre 2005.
Lo riferisce il sito di Radio Onda d’urto che parla anche di “depistaggi, lungaggini, tentativi di insabbiamento”legati alla “vicenda del pestaggio su Paolo” che “arriva in un’aula di tribunale”.
Per sostenere Paolo martedì i ragazzi della Curva Nord Brescia 1911 organizzano una trasferta speciale: non allo stadio, ma al tribunale di Verona.
“Invitiamo”, dicono gli ultras, “tutti i tifosi, i cittadini, i rappresentanti, le istituzioni e i giornalisti particolarmente sensibili a questa vicenda ad unirsi in quella che vuole essere principalmente una dimostrazione di solidarietà e di sostegno nei confronti di Paolo Scaroni, cittadino bresciano”.
“Non dimentichiamo che quanto gli è successo poteva e, purtroppo, potrebbe ancora capitare a chiunque”, scrivono gli ultras del Brescia, “non solo allo stadio”.
Lo scorso marzo il processo a carico dei poliziotti del reparto mobile di Bologna, accusati di lesioni volontarie aggravate nei confronti del tifoso del Brescia Paolo Scaroni, venne rinviato a settembre. I fatti si riferiscono alla partita Verona-Brescia del 24 settembre 2005, nel campionato di serie B.
Gli incidenti avvennero fuori dallo stadio “Bentegodi” di Verona: duemila tifosi delle Rondinelle erano rimasti all’esterno per protestare contro il decreto Pisanu.
Un tifoso, Paolo Scaroni, fu gravemente ferito, finí in coma, restando invalido al 100%. A causa, secondo l’ accusa, delle botte degli agenti, che sono stati rinviati a giudizio dopo due richieste di archiviazione. La vittima del pestaggio ha denunciato un grave tentativo di insabbiare l’inchiesta, che ora è arrivata a giudizio.

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