Cottarelli, ancora traffici poco chiari

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    In aula un nuovo tassello sugli affari del faccendiere ucciso il 28 agosto 2006.


    (red.) Ieri, davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Brescia, si sono visti nuovamente in aula i cugini Vito e Salvatore Marino, accusati di aver torturato e ucciso la famiglia Cottarelli di Urago Mella (Brescia) il 28 agosto del 2006.
    Nel corso del dibattimento sono venuti alla luce nuovi dettagli sulle attività di Angelo Cottarelli, il capo-famiglia. Dopo la ricostruzione dei traffici della Dolma, presieduta dall'amico Livio Michieli, in cui l'acccusa si era focalizzata sul giro di false fatture in cui era coinvolto Vito Marino (leggi la notizia), questa volta sono stati portati alla luce i traffici della Elleemme, attiva nelle confezioni, presieduta da Mauro Cavallero. Lo stesso Cavallero, in aula, ha raccontato di alcune situazioni al limite della legalità, con numerosi imprenditori che vantavano dei crediti nei confronti di Cottarelli. Il teste, in particolare, si è soffermato su un imprenditore aretino, che fece sequestrare il magazzino dell'attività, dicendo: "Non sapete a chi avete pestato i piedi". Cottarelli, però, non operava solo in questi campi. Sembra, infatti, che fosse attivo anche nell'usura; argomento più volte utilizzato dall'arringa difensiva dei due cugini trapanesi per indicare che Cottarelli aveva molti nemici, e molti creditori.
    Nel corso dell'udienza, però, Vito Marino ha anche ammesso di aver preso in affitto la Grande Punto grigia, vista più volte nei pressi di via Zuaboni da numerosi testimoni. E' stata ritirata il 27 agosto dall'Avis di Linate, ed è stata riportata il giorno successivo, alle 11,21. Ricordiamo che i cugini Marino hanno sempre negato di essere andati a Urago Mella. Anche in questo caso hanno mantenuto la stessa linea.

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