Pd, “Scelte persone non adeguate per A2A”

Il Partito Democratico critica le nomine bresciane del consiglio di Sorveglianza. Ma ha lavorato ad una mozione unitaria con la maggioranza per gli indirizzi strategici.

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(p.f.) Conclusa la partita delle nomine del Consiglio di sorveglianza, il Pd di Brescia ha tirato le somme. Ma il giudizio sui nominati non è positivo. “Innanzitutto”, ha spiegato il capogruppo in Loggia Emilio del Bono, “avevamo chiesto una condivisione che non c’è stata. In secondo luogo, seppur il nostro giudizio sia rispettoso delle persone, riteniamo che la compagine scelta dal sindaco non sia adeguata al ruolo che dovrà andare a svolgere”. Secondo il Pd, il Comune di Milano ha delineato al contrario un profilo complessivo più idoneo.
Maggioranza e opposizione si dividono sui nomi, si ritrovano però su posizioni unitarie per quanto riguarda gli indirizzi strategici del triennio 2012-2014. La commissione speciale Partecipate ha lavorato compattamente per produrre una mozione unitaria che dovrebbe essere portata in Consiglio Comunale già lunedì 7 maggio. “Per ora è unitaria, fino a lunedì le cose magari cambieranno”, ha commentato Del Bono.
L’obiettivo comune è riportare a Brescia la parte industriale della multiutility e lasciare a Milano il mercato dell’energia a vocazione economico-finanziaria. “Nella premessa”, ha spiegato Del Bono, “diamo un giudizio negativo su A2A e sui risultati della fusione”. Se Asm, infatti, era all’avanguardia nella distribuzione dell’energia elettrica, nel teleriscaldamento, nella filiera ambientale con il termovalorizzatore, nella gestione del ciclo idrico e delle reti a gas e nei servizi inerenti la mobilità pubblica e privata, A2A, al contrario, non ha portato i risultati sperati. Viene contestato in particolare uno sbilanciamento dei ruoli e dei poteri concreti in capo ad uno dei due direttori generali (area mercato e direzioni centrali di corporate); non piace neanche l’indebitamento nè l’incremento esponenziale di consulenze esterne (dai 20milioni di Asm-Am ai 70 di A2A) nonostante l’aumento dei dirigenti e dei top manager.
“Inoltre, contestiamo la mancata valorizzazione delle professionalità aziendali bresciane e la perdita di investimenti nel territorio”. Dalle critiche derivano le indicazioni per il prossimo triennio. La mozione propone così la costituzione di un polo ambiente con sede a Brescia distinto dal polo energia di Milano, oltre che una ridefinizione della governance. “Sarebbe opportuno”, si legge nel testo, “ridurre il numero di componenti del Consiglio di Sorveglianza e di Gestione” e “rivedere più significativamente gli emolumenti degli amministratori apicali nonché dei dure direttori generali”. Ma anche “ridefinire i poteri dei due direttori generali, che peraltro non dovrebbero più far parte del Consiglio di Gestione” ed evitare “ingiustificate concentrazioni di potere in capo al solo direttore generale della corporate”.
La mozione tocca anche il capitolo dividendi. “Si attui una politica dei dividendi che consenta di garantire ai soci la distribuzione degli utili, possibilmente omogenei nel tempo e compatibili con gli andamenti economici dell’Azienda”. Se sarà presentata e approvata già nel Consiglio del 7, il Pd ci tiene a precisare però che la mozione dovrà poi essere presa sul serio dai vertici di A2A. “Gli indirizzi strategici”, ha concluso Del Bono, “sono indicazioni che devono essere seguite. Non vorremmo che la mozione fosse derubricata a semplice dibattito: le linee indicate dovranno guidare seriamente il management per i prossimi 3 anni”.

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