Imprese e sostenibilità: a Brescia il primo “Laboratorio ESG” di Intesa Sanpaolo

La banca annuncia un plafond destinato alle PMI del territorio pari a 500 milioni di euro, finalizzato a stimolare gli investimenti in economia circolare.

(red.) Intesa Sanpaolo e Camera di Commercio di Brescia rafforzano la propria collaborazione siglando un accordo rivolto alle imprese bresciane e presentando oggi il primo Laboratorio ESG – Environment Social Governance”, l’iniziativa di Intesa Sanpaolo prevista per tutto il territorio nazionale e dedicata alle PMI che ambiscono a migliorare il proprio profilo di sostenibilità avviando la transizione verso obiettivi ESG e investimenti in progetti di economia sostenibile e circolare.

In questo contesto Intesa Sanpaolo annuncia un plafond destinato alle PMI del territorio pari a 500 milioni di euro, finalizzato a stimolare gli investimenti in economia circolare e sostenibilità delle aziende bresciane e, in generale, del territorio della Direzione Regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo, guidata da Marco Franco Nava. Il nuovo plafond si inserisce nell’ambito di Motore Italia, il programma strategico di Intesa Sanpaolo per favorire la liquidità e investimenti nella transizione sostenibile e digitale delle imprese e che mette a disposizione del tessuto produttivo dell’intera regione un plafond di 13 miliardi di euro.

La tappa bresciana, la prima di un percorso che coinvolgerà a breve altri territori, ha l’obiettivo di illustrare e approfondire le opportunità e le tematiche legate agli obiettivi ESG, le aree di intervento strutturale e finanziario per consolidare il posizionamento competitivo delle PMI con ritorni stabili nel tempo, creando valore condiviso con tutti gli stakeholder e correlando le decisioni di natura economica e finanziaria ai loro impatti ambientali, sociali e di governance.

Ad aprire l’incontro odierno Roberto Saccone, presidente della Camera di Commercio di Brescia cui è seguita la presentazione dello studio Verso una transizione sostenibile: scenari e opportunità per le imprese brescianedi Fabrizio Guelpa, responsabile Industry & Banking nella direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo e la descrizione dell’iniziativa Laboratorio ESG da parte di Paolo Melone, della Direzione Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo. Si sono quindi confrontati in una tavola rotonda Roberto Saccone, presidente della Camera di Commercio di Brescia, Riccardo Trichilo, amministratore delegato & direttore generale CSMT, Emidio Zorzella, fondatore e presidente di Antares Vision e presidente di CSMT, Anna Monticelli, responsabile del Circular

Economy Desk di Intesa Sanpaolo Innovation Center e Marco Franco Nava, direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo.

A concludere l’incontro, un intervento di Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo.

A conferma di un quadro economico e sociale nel quale l’attenzione all’ambiente, la transizione verso un’economia digitalizzata e green diventano determinanti per il sistema manifatturiero, il Laboratorio ESG, grazie all’accordo tra Intesa Sanpaolo e Camera di Commercio, si pone come acceleratore per la crescita sostenibile delle PMI bresciane e per la creazione di valore collettivo sociale e ambientale nella logica del più esteso coinvolgimento di imprese e di operatori volto alla realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. L’obiettivo è favorire e affiancare investimenti improcrastinabili e opportunità di crescita irrinunciabili nell’attuale fase di rilancio dell’economia italiana, combinando esigenze delle PMI con le competenze dei migliori stakeholders.

Il Laboratorio ESG di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia, offre consulenza, informazione, assessment e identificazione delle azioni per supportare l’intero percorso che le PMI bresciane devono intraprendere grazie a partner di eccellenza, in particolare:

  • Circularity, la prima piattaforma di simbiosi industriale dedicata all’Economia Circolare in Italia che può supportare le imprese ad integrare i principi di Sostenibilità e di Economia Circolare all’interno del proprio Business;

  • Nativa, la prima B Corp e Società Benefit in Europa che incorpora il «purpose» nel DNA delle organizzazioni per migliorarne i risultati di business e creare una prosperità durevole e condivisa;

  • CE LAB, nasce dalla partnership tra Innovation Center di Intesa Sanpaolo e Cariplo Factory per contribuire all’evoluzione del sistema economico italiano e diffondere nuovi modelli di creazione del valore nell’interesse collettivo, accelerando la transizione verso modelli di economia circolare;

  • CSMT scarl, con sede in Brescia, è un polo tecnologico partecipato da Camera di Commercio, Confindustria Brescia e UNIBS, che realizza progetti di trasferimento tecnologico, ricerca applicata ed industrializzazione di prodotto, sviluppando innovazione sostenibile;

  • Pro Brixia, Azienda Speciale della Camera di Commercio, che realizzerà il progetto FUTURA: laboratorio e pensatoio di riferimento aperto al grande pubblico sui temi che avranno importanti ricadute sullo sviluppo economico-sociale di medio-lungo termine.

In considerazione della rilevanza dei temi della sostenibilità ambientale e sociale per accrescere il valore della competitività delle PMI, Intesa Sanpaolo ha attivato già nel 2020 un plafond da 2 miliardi di euro per i nuovi S-Loans, una linea specifica di finanziamenti, che si affianca al plafond di 6 miliardi destinato a investimenti in Circular Economy, volti a supportare le iniziative delle imprese verso la transizione sostenibile. In poco più di un anno dalla loro introduzione Intesa Sanpaolo ha erogato oltre 1,7 miliardi di finanziamenti a favore delle PMI, di cui 500 milioni alle PMI lombarde.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, tra le banche più sostenibili d’Europa, è presente nei principali indici di sostenibilità al mondo oltre ad essere tra i pochi gruppi finanziari europei ad avere aderito a tutte le principali iniziative delle Nazioni Unite riguardanti il settore finanziario in questo ambito. L’attenzione all’ambiente e all’inclusione sociale rappresentano aspetti di grande rilievo per una crescita sostenibile del Paese. Di recente, oltre ad aver adottato regole per la riduzione dei finanziamenti nei settori carbone e oil e gas non convenzionale, ha avviato la nuova linea di S- Loan Climate Change, finanziamenti unici nel panorama bancario italiano e con garanzia SACE all’80%, grazie alla quale la Banca fornirà alle imprese un nuovo strumento per finanziare progetti di investimento green fino ad un importo di 15 milioni di euro e per una durata massima di 20 anni.

L’adozione di queste misure rappresenta per Intesa Sanpaolo un importante passo ulteriore per il contrasto al cambiamento climatico, nell’ambito di una pluriennale e articolata strategia di sostenibilità. Da qui al 2026, Intesa Sanpaolo programma erogazioni a medio lungo termine per oltre 410 miliardi di euro, di cui 120 destinati alle PMI, con i quali contribuire attivamente alla ripresa economica del Paese in stretta correlazione con gli obiettivi del PNRR approvato dalla Commissione Europea.

Roberto Saccone, Presidente Camera di Commercio ha dichiarato: “Le imprese bresciane stanno mostrando un forte interesse riguardo al tema dello sviluppo sostenibile, dimostrandosi ancora all’avanguardia dal punto di vista della visione e delle pratiche industriali. Basti pensare che l’ultimo rapporto Symbola/Unioncamere la provincia di Brescia si trova al posto in Italia, per investimenti green sostenuti nel periodo 2015/2019, con un numero assoluto di 10.200 imprese che li hanno attuati. Diventa pertanto fondamentale fornire alle nostre PMI un forte e qualificato supporto nell’accompagnamento ai percorsi volti a implementare processi produttivi che tengano sempre più conto dell’esigenza di salvaguardare l’ambiente. Su questo aspetto si giocherà infatti, sempre più nel prossimo futuro, la capacità di rimanere competitive sui mercati internazionali”

Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato: “Grazie alla collaborazione con la Camera di Commercio di Brescia rinnoviamo la nostra storica presenza su questo fiorente e importante territorio. Le iniziative di Intesa Sanpaolo in tema di sostenibilità, contenimento del cambiamento climatico e responsabilità sociale delle PMI sono numerose e molto articolate, declinate sulle peculiarità delle diverse aree del Paese. Con 1,7 miliardi erogati dal lancio delle iniziative per progetti di economia sostenibile e circolare e con una solidità tra le maggiori in Europa, siamo il miglior partner per favorire le PMI nel cogliere le opportunità del PNRR e rilanciare l’economia italiana. Il nostro approccio è artigianale, quasi sartoriale nell’individuazione delle esigenze del tessuto produttivo locale, anche grazie alle associazioni del territorio: confidiamo di avviare altre collaborazioni come quella presentata oggi con l’obiettivo comune di sviluppo sostenibile e crescita responsabile, nella linea di transizione green indicata dal PNRR”.

VERSO UNA TRANSIZIONE SOSTENIBILE: SCENARI E OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE BRESCIANE

Secondo la ricerca a cura di Fabrizio Guelpa, responsabile Industry & Banking della Direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo i punti di forza strutturali dell’economia bresciana sono numerosi:

  • Vocazione industriale confrontabile con quella espressa dai migliori Laender tedeschi: nel 2019 il peso dell’industria in senso stretto sul valore aggiunto totale ha superato il 30%, con un differenziale superiore ai 10 punti percentuali rispetto alla media italiana.

  • Propensione all’export molto elevata, pari al 42,0% (l’Italia si ferma al 30%). Nel 2019 ha esportato più di 16,4 miliardi di euro (il 3,4% del dato nazionale), collocandosi al quarto posto della classifica nazionale.

  • Avanzo commerciale che ammontava nel 2019 a +7,5 miliardi di euro (il 13,3% del dato nazionale; occupa terzo posto in Italia)

  • Specializzazione produttiva diversificata, grazie alla ricchezza del know-how e delle competenze del tessuto produttivo locale: Meccanica, Metallurgia, Prodotti in Metallo, Automotive, Elettrotecnica, Gomma e Plastica, Alimentare, Chimica, Elettronica i principali settori in cui Brescia esporta.

  • Rapporti di filiera ben ramificati a livello locale, come si evince anche dalla ricca presenza nel territorio di distretti industriali: il Lattiero-caseario della Lombardia Sud-Orientale, i Vini e i Distillati del Bresciano, la Meccanica strumentale del Bresciano, i Metalli di Brescia, la Rubinetteria, il valvolame e il pentolame di Lumezzane.

  • Elevata propensione a brevettare (111,4 brevetti registrati all’EPO per milione di abitanti vs 74,6 della media italiana). Da un’indagine condotta nel 2019 dalla Direzione Studi e Ricerche insieme all’Associazione Industriale Bresciana sul manifatturiero della provincia emerge anche una buona propensione a investire nelle nuove tecnologie: il 47% dei rispondenti ha dichiarato di adottare tecnologie 4.0.

Per continuare il loro percorso di recupero dopo la crisi del 2020, le imprese bresciane segnalano che le loro priorità sono digitale, export, R&S, efficientamento energetico e investimenti green.

Il green offre numerose opportunità di sviluppo, grazie anche alle numerose innovazioni che si stanno affacciando sui mercati: il peso dei brevetti green sul totale delle invenzioni a livello mondiale è passato dal 6,2% nel periodo 1993-2000 al 10% negli anni più recenti (2009-16). Sul fronte poi delle tecnologie sulle rinnovabili l’Italia è il sesto produttore mondiale. Essere green ha impatti positivi sui bilanci: le imprese bresciane con certificazioni ambientali hanno incrementato il fatturato nel 2008- 19 del 33%, contro il 13% delle altre. Le imprese bresciane presentano inoltre una elevata sensibilità ai temi sociali: circa il 60% ha operato per migliorare il benessere lavorativo e per la sicurezza nell’impresa e nel territorio.

Tra i vincoli agli investimenti green tra i principali vi è la scarsa disponibilità di competenze. L’Unioncamere stimava che il 35,7% delle entrate programmate nel 2020 riguardavano Green Jobs (38,2% Nord Ovest, 35,5% Nord Est, 32,7% Centro, 35,2% Mezzogiorno). Di questi il 37,9% erano di difficile reperimento.

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