Salò, il Consiglio dei ragazzi contro il cyberbullismo

I giovani del comune, insieme alla polizia postale, hanno deciso di organizzare incontri e iniziative per combattere la violenza sui social network.

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(red.) Il suicidio della 14enne padovana, toltasi la vita a seguito degli insulti su una chat, ha scosso tutta l’Italia e messo in allarme genitori, scuole e istituzioni, ma anche gli stessi adolescenti. Anche Salò si è acceso un campanello d’allarme sulle insidie del cyberbullismo.
Nel comune rivierasco bresciano la questione è stata sollevata dal Consiglio comunale dei ragazzi, che ha promosso un’interessante indagine coinvolgendo 400 alunni delle classi quarte e quinte della scuola elementare e delle tre classi dellascuolamedia. «Troppi giovani- si sono detti i giovani salodiani – si avventurano con eccessiva superficialità nel mondo dei social network, senza conoscerne i pericoli». Dall’indagine sono emersi dati scioccanti: si è visto ad esempio che 63 ragazzi, dei 400 intervistati, hanno subìto e denunciato atti di cyberbullismo. Con grande sorpresa si scopre inoltre che il fenomeno Facebook è già un’abitudine per molti alunni delleultimeclassi della scuola elementare: 46 bambini sui 149 che frequentano la quarta e la quinta lo usano regolarmente, senza sapere che il mondo virtuale di Internet può diventare un luogo di violenze molto concrete.
Per tentare di rimediare alla situazione i consiglio dei ragazzi ha deciso di puntare sull’informazione: nei prossimi mesi, in collaborazione con la polizia postale, sono stati decisi incontri con ragazzi e genitori. Il primo appuntamento è in programma martedì 18 febbraio nell’auditorium del Battisti, dove (dalle 9 alle 13 con i ragazzi e alle 18 con i genitori) gli agenti della Polizia di Stato, coordinati da Domenico Geracitano, parleranno dei problemi legati all’uso scorretto dei social network.
Ma il Consiglio dei ragazzi ha pensato anche ad altre forme di intervento. Per esempio collocare nelle scuole un raccoglitore dimessaggi «Sos» che permetta di lanciare, anche in anonimato, un’eventuale richiestadi aiuto, affinché docenti e genitori possano valutare la necessitàdi intervenire.

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