Energia, per le imprese bresciane 3mld di euro in più in bolletta

E' la stima delle maggiorazioni a seguito dei rincari su luce e gas che, secondo Il Sole 24 Ore pagherà l'industria bresciana. A risentirne di più Metallurgia, Prodotti in metallo e Apparecchiature elettriche.

Brescia. Quali sono i settori che pagano il conto più salato dell’energia a seguito dei rincari derivanti dalla guerra russo ucraina?  Il Sole 24 Ore, nell’articolo “Da Brescia a Cagliari le imprese che pagano il caro energia”, su base dei dati del Centro Studi Tagliacarne, ha pubblicato la mappa dei territori più a rischio a seguito dell‘incremento dei costi energetici.
Come avverte il direttore generale, Gaetano Fausto Esposito, «se fino ad oggi l’adeguamento dei listini è stato contenuto il protrarsi di questa situazione potrebbe comportare un necessario adeguamento. Con ricadute sulla competitività dei prezzi di buona parte delle nostre esportazioni dei settori core del made in Italy».

Metallurgia, industria alimentare, fabbriche chimiche, cartiere, industrie tessili. Sono questi i settori manifatturieri che consumano più energia elettrica, le filiere più a rischio a seguito degli aumenti esponenziali delle bollette , spinte verso l’alto dal conflitto tra Russia e Ucraina: secondo Istat, nel mese di marzo, la crescita dei prezzi dei beni energetici al consumo è passata dal da +45,9% di febbraio a +52,9% di marzo 2022.
Per le imprese bresciane questo comporterà una spesa aggiuntiva di 3 miliardi di euro, con un surplus di costi del 425% rispetto al 2019.
A risentirne maggiormente il comparto Metallurgia, che consuma oltre il 20% del dato a livello nazionale,  i Prodotti in metallo (per il 10%) e per le Apparecchiature elettriche, con un consumo di 420,6 Gwh.

L’allarme sui rincari energetici era stato lanciato settimane fa dal presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta, ed ora lo scenario potrebbe cambiare se, come sembra, il Governo italiano è intenzionato a siglare un accordo per la fornitura di gas con l’Algeria. Il premier MArio draghi, insieme ai ministri Di Maio e Cingolani e all’ad dell’Eni Descalzi, è infatti volato ad Algeri per chiudere il primo di una serie di accordi sull’energia. Lo scopo è di riuscire a liberarsi il più rapidamente possibile dal gas di Mosca: questa prima intesa consentirà di sostituire fino a un terzo del metano russo. A questa si aggiunge l’accordo tra Eni e Sonatrach per aumentare le esportazioni di gas verso l’Italia.

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