Teleriscaldamento; “A2A, dati imprecisi sugli aumenti”

Per Legambiente "gli azionisti pubblici di A2A devono intervenire per calmierare i costi, chiedendo una modifica dell’algoritmo di calcolo degli incrementi tariffari".

(red.) “Dopo settimane di silenzio, finalmente A2A per bocca dell’ Ad di A2A Calore e Servizi, Luca Rigoni, ha comunicato ai bresciani che effettivamente i rincari del teleriscaldamento ci sono stati e sono consistenti”.
Legambiente Brescia interviene sul tema “caro bollette”, dopo le notizie apparse sulla stampa locale inerenti alla maggiorazione delle tariffe nei servizi di riscaldamento domestico.
“Riteniamo”, continua l’associazione ambientalista, “fosse lecito aspettarsi che l’informazione arrivasse ai bresciani prima del 1° gennaio quando le tariffe del teleriscaldamento sono state “ritoccate” in un sol colpo del 35,06% per la
tariffa monomia individuale e del 50,83% per la componente a consumo della tariffa binomia utilizzata in gran parte degli impianti centralizzati”.

“Nel suo intervento, A2A conferma che il 70% del calore viene fornito alla rete dal TU ed il 30% dalla centrale policombustibile e dalle caldaie di soccorso funzionanti a gas metano. Non serve ricorrere a sistemi matematici complessi per stabilire che se l’incremento del costo del gas in un anno è stato del 94% l’incremento che ci si può aspettare sulla tariffa del teleriscaldamento dovrebbe essere il 30% di questo incremento vale a dire il 28% e non il 70%
medio che è stato applicato”, evidenzia il cigno verde.
“Nei giorni scorsi”, continua Legambiente,” Arera, su nostra richiesta, ha confermato che “il prezzo di fornitura del servizio è definito liberamente da ciascun esercente sulla base delle caratteristiche del proprio sistema di telecalore, dell’utenza e del territorio servito””.

“Verificando sul sito di A2A calore (https://www.a2acaloreservizi.eu/supporto-contatti/prezzicondizioni-economiche ) si può osservare che l’incremento delle tariffe del teleriscaldamento viene fatto dipendere, mediante un algoritmo, dall’incremento delle tariffe di gas e dell’energia elettrica. A2A, però, non differenzia la rete di Brescia da quella di Milano e Bergamo, come avrebbe dovuto fare secondo Arera, ma fissa coefficienti unici per le 3 realtà e tra l’altro indica come non dipendente da fonti non fossili il 56,3% dell’energia utilizzata per la produzione”.

“Possiamo anche ritenere giustificato un algoritmo che colleghi il costo dell’energia termica al costo delle altre fonti energetiche quando vi siano condizioni di un normale andamento del mercato”, ma, evidenzia l’associazione ambientalista, “non risulta a nostro avviso giustificabile quando per condizioni internazionali, come in questo periodo, si assista ad impennate dei costi energetici che non possono essere trasposti tal quali sulle tariffe del teleriscaldamento”.
“Riteniamo”, continuano gli ambientalisti bresciani, “che gli azionisti pubblici di A2A, i Comuni di Brescia e Milano, a tutela dei propri cittadini, abbiano il dovere d’intervenire per calmierare decisamente questo ingiustificato aumento delle tariffe chiedendo una modifica sostanziale dell’algoritmo di calcolo degli incrementi tariffari”.
“Ancora una volta”, si conclude la nota di Legambiente Brescia, per voce del suo presidente Danilo Scaramella, “facciamo appello al Sindaco Del Bono perché intervenga”.

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