Manerbio, la Bbs è alla canna del gas

A fronte dell’ inarrestabile emorragia finanziaria, il consiglio di amministrazione ha deciso di mettere in liquidazione la municipalizzata che gestisce le reti del metano.

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(red.) Il consiglio di amministrazione della Bbs, la municipalizzata addetta alla gestione delle reti del metano di Manerbio e di Bassano, fa dietrofront sul destino della società. Una settimana fa sembrava ormai vicina la decisione di congelare l’iter di scioglimento della Bbs, in carico per l’88% alla cittadina di Manerbio e per la parte restante al Comune di Bassano Bresciano. Così non sarà, infatti, il consiglio di amministrazione riunitosi nei giorni scorsi ha deliberato di mettere in liquidazione la società.
A breve un perito sarà incaricato di avviare la pratica che porterà dunque alla dismissione della società. La decisione del cda giunge al termine dell’approvazione del bilancio consuntivo, che, anche per l’esercizio 2012, il quarto consecutivo, fa registrare un pesante passivo, pari a 2,5 milioni di euro. Nella stessa seduta sono stati confermati nel ruolo di presidente e di vice della Bbs rispettivamente Franco Preti e Cristian Moretti, che, a questo punto, vista la decisione presa, vedranno esaurirsi il loro incarico con l’avvio della procedura di messa in liquidazione.
A nulla sono valse le richieste avanzate al commissari prefettizio Gabriella Mucci da parte di Pd, Pdl, Fli e Udc di avvalersi della possibilità di prorogare di alcuni mesi, fino al 30 settembre, lo scioglimento della Bbs. A ciò si aggiunge il commissariamento del Comune di Manerbio, causato dalla scelta avvenuta nel novembre scorso da parte del sindaco e di 14 esponenti del Consiglio comunale di dimettersi. A questo punto la questione dovrà essere affrontata dalla nuova amministrazione che uscirà vincente della prossime elezioni.
A preoccupare è anche il destino dei 23 dipendenti della società che, alla luce dei fatti, vedono ridursi, se non addirittura azzerarsi, i margini di manovra e la speranza di conservare il proprio posto di lavoro.
Sulla scelta maturata si è espresso anche il socio di minoranza e sindaco di Bassano Bresciano, Gian Paolo Seniga, il quale ritiene la strada della liquidazione l’unica attualmente percorribile per difendere gli interessi della comunità di Bassano. Bbs perde infatti dai 30 ai 40 mila euro mensili e lo spettro di un dissesto economico fallimentare è dietro l’angolo. Il primo cittadino ha rincarato la dose affermando che, se non verrà attuato quanto deliberato dalle assemblee della società e deciso dai rispettivi Consigli comunali, si provvederà ad intraprendere azioni di tutela legale.

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