Edison, sì anche di Delmi e Iren all’intesa

I soci italiani dovranno rilevare il 10% delle azioni apportate all'opa con un chip di 50 mln. E A2A dichiara guerra a chi non paga le bollette in Montenegro.

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(red.) L’intesa di Parigi per il riassetto di Edison diventa definitiva. Il cda di Delmi, holding dei soci italiani di Foro Buonaparte, ha infatti approvato l’accordo non vincolante siglato dai suoi rappresentanti con Edf giovedì scorso.
Ora italiani e francesi dovranno finalizzare l’intesa in un accordo vincolante entro il 30 novembre. Da negoziare, ha detto il presidente di Delmi, Franco Baiguera, ci sono ancora diversi punti: ”la governance di Edison, come verrà fatta la scissione e come verrà allocato il debito di Edipower, quali saranno le società del settore paragonabili da prendere in considerazione per calcolare il valore della ‘put’ sul 25% di Edison di Delmi, quale la definizione di mercato liquido e illiquido che rendono esercitabile l’altra ‘put” concessa a Delmi.
Prima che si riunisse Delmi, l’intesa era stata approvata anche dal cda di Iren, il secondo socio italiano di Edison dopo A2A (la multiutility formata dai comuni di Milano e Brescia che giovedì ha dato il via libera all’intesa).
L’accordo ”incrementerà la capacità produttiva del gruppo Iren nel settore idroelettrico, con diritto di ritiro della propria quota di energia elettrica prodotta dagli impianti di Mese e Udine (che faranno parte di una joint-venture comune con A2A, ndr)”, ha sottolineato in una nota la società. Il presidente, Roberto Bazzano, ha definito l’intesa di Parigi un ”concreto punto di partenza” per portare a termine il riassetto di Foro Buonparte.
Sugli accordi pende però il giudizio della Consob sul prezzo dell’opa che Edf dovrà lanciare sulle minoranze di Edison (pari al 20% del capitale). I francesi hanno subordinato l’intesa di Parigi al fatto che la commissione non imponga un premio rispetto al valore medio del titolo degli ultimi 12 mesi (0,85 euro). A rendere incerta la valutazione della commissione sono le opzioni put concesse a Delmi che hanno un valore, anche se aleatorio e non determinabile fino al momento dell’esercizio.
Intanto giovedì è emerso che anche i soci italiani dovranno dare un piccolo contributo a Edf, rilevando il 10% delle azioni eventualmente apportate all’opa ma con un tetto di spesa pari a 50 milioni (l’1,13% del capitale al prezzo degli ultimi 12 mesi). Presto (si parla di lunedì), i francesi andranno dalla Consob a presentare l’intesa e, se del caso, presentare un quesito per averne l’orientamento preventivo.
Quello di Edison non è però l’unico fronte che tiene impegnata A2A. La controllata montenegrina Epcg, di cui la multiutility lombarda detiene il 43,7% del capitale e la gestione, ha dichiarato guerra a chi non paga le bollette, uno ‘sport’ che sembra abbastanza diffuso nello Stato balcanico.
Epcg, che ha chiuso il semestre con 10 milioni di perdite, ha istituito delle ”squadre speciali” che faranno visita ”a tutte le famiglie e società commerciali e industriali per negoziare con loro il pagamento dei debiti”. E, senza un accordo, avverte, ”i clienti saranno immediatamente disconnessi dalla rete”.

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