Edison, Opa di Edf senza premio ai “piccoli”

Dopo l'intesa con i soci italiani per il riassetto, il colosso energetico francese intende fissare il prezzo delle quote ai 12 mesi precedenti. Penalizzando così i soci minori.

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(red.) A2A cede l’1,92% dopo l’intesa di massima raggiunta con Edf su Edison(-3,88%). I soci italiani otterranno un’opzione put a tre anni sull’intera quota in Edison. Per quel che riguarda la parte industriale, poi, dalla scissione di Edipower, A2A ed Iren otterranno gli impianti idroelettrici di Mese e Udine (640 mw).
Inoltre A2A cederà l’impianto Ccgt di Gissi (760 MW) ed Edf avrà una opzione call a tre anni per acquisire l`impianto di Scandale dove A2A ha una quota del 50%. Secondo gli analisti di Equita Sim, “vanno verificati una serie di aspetti come il debito accollato ad A2A-Iren con gli impianti di Mese ed Udine e la valutazione di Gissi”.
In ogni caso è “positivo per A2A è l`incremento della capacità idroelettrica, che dovrebbe salire oltre il 50% della capacità installata, mentre l’accordo su Edison ci pare meno positivo in quanto non permette di ridurre il leverage della società. Delmi si accollerà pro-quota il debito di Tde (600 mln)” e, viene spiegato in una nota, si attende che “Edison non pagherà dividendi per i prossimi due esercizi”.
Il comune di Brescia ha valutato positivamente l’intesa raggiunta con il colosso energetico francese, ed ora attende gli sviluppi sull’accordo.
Per quanto riguarda Edison, il comunicato di A2A precisa che il riassetto è soggetto alla conferma da parte di Consob circa l’applicabilità, in caso di Opa obbligatoria, della metodologia di determinazione del prezzo del titolo Edison pari alla media dei 12 mesi precedenti. Sempre Equita Sim, spiega che “rimane da verificare come la Consob valuterà la put option in mano ai soci Delmi, riteniamo comunque il titolo si consoliderà vicino alla media dei 12 mesi attualmente a 0,85 euro. Adeguiamo il nostro target ai prezzi teorici di Opa”.
Edf è pronta a interpellare la Consob sull’Opa Edison non appena verranno prorogati i patti parasociali con gli italiani fino al 30 novembre.
Già la settimana prossima, secondo Radiocor, il gruppo francese, assistito dallo studio legale Clifford Chance, potrebbe presentare un quesito alla Commissione in cui chiederà se, in caso di Opa obbligatoria, sarà applicabile la metodologia di determinazione del prezzo del titolo Edison pari alla media ponderata dei 12 mesi precedenti. Prima di questa mossa formale, tuttavia, non è escluso che il gruppo francese avvii contatti informali con la Consob per sondare preventivamente l’orientamento della Commissione sul delicato tema del prezzo dell’Offerta su Foro Buonaparte.
Ad esso, infatti, Edf e i soci italiani hanno condizionato l’esito della trattativa e se, secondo la Consob, dovesse essere più alto della media degli ultimi 12 mesi, l’accordo preliminare sul riassetto di Edison firmato a Parigi sarebbe tutto da ridiscutere.
Del resto, la posta in gioco è rilevante: se l’Opa avvenisse a 0,84 euro (appunto il prezzo medio degli ultimi 12 mesi) è altamente probabile che non aderirà nè la Carlo Tassara, che ha in carico il 10% di Edison a 1,49 euro, nè il restante flottante del 10%, visto che il titolo è vicino ai minimi storici.
Edison ha un flottante, potenzialmente interessato dall’Opa, pari al 20% del capitale. Di questa quota il 10% è in mano alla Carlo Tassara di Romain Zaleski che ha in carico la partecipazione a 1,49 euro per azione.
Diversamente, se per esempio l’Opa avvenisse a un prezzo più market friendly, a mero titolo d’esempio a 1 euro per azione, e vi aderisse solo il 10% del capitale, l’esborso sarebbe di circa mezzo miliardo. Una differenza consistente che potrebbe spingere Edf a rivedere i termini dello schema condiviso con gli italiani.
Dal punto di vista industriale, conclude A2A, “l’operazione rafforzerà significativamente la posizione di A2A e degli altri azionisti di Delmi nel settore delle rinnovabili”. La base di asset rinnovabili che potranno essere trasferiti ad A2A e/o agli altri azionisti di Delmi nel contesto dell’operazione “include circa 640 MW relativi agli impianti idroelettrici di Mese e Udine con concessioni in scadenza nel 2030, la piena proprietà delle società idroelettriche ad oggi partecipate da Edison e operanti nelle Province di Bolzano e Trento, nonchè 250 MW di asset eolici”.
E’ prevista anche la “stipula di un nuovo patto parasociale tra Edf, A2A e Delmi che preveda diritti di governance per Delmi a protezione del proprio investimento (con particolare riferimento, tra l’altro, alle operazioni tra parti correlate)” e “che il presidente di Edison sia italiano”. La multiutility milanese-bresciana sottolinea anche che essa stessa e gli altri azionisti di Delmi, “mantenendo una partecipazione in Edison, beneficeranno con Edf e gli altri azionisti di Edison della migliorata base industriale e delle prospettive della società. In caso di esito positivo dell’operazione, Edison vedrà infatti significativamente incrementata la propria capacità di generazione di energia elettrica da impianti a gas a ciclo combinato e beneficerà di una posizione gas più bilanciata”.

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