Edison, c’è l’accordo tra i soci

Il controllo passa ai francesi di Edf. La parola ora ai Cda delle rispettive società. Ai lombardi dovrebbero andare le centrali idroelettriche di Edipower.

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(red.) Accordo tra Edf e i soci italiani di Edison sul riassetto di Foro Buonaparte. Al termine di una maratona negoziale durata fino a tarda sera, gli azionisti del secondo gruppo elettrico nazionale hanno raggiunto un’intesa sul divorzio che consegnerà il controllo della società al colosso transalpino.
”I rappresentanti di Delmi, A2A, Iren, Mediobanca ed Edfsi sono riuniti oggi a Parigi per proseguire le trattative al fine di individuare una soluzione di comune soddisfazione per il futuro di Edison”, si legge in uno stringato comunicato.
”Proposte costruttive”, prosegue la nota, “sono state formulate dalle parti per definire un accordo che sarà presentato ai rispettivi organi societari”.
Venerdì è già in agenda una riunione di Delmi, la holding degli azionisti italiani di Edison, per esaminare i contenuti dell’intesa che poi verrà portata da tutti i soci all’esame dei rispettivi consigli di amministrazione. Ma l’accordo, che dovrebbe riguardare anche la controllata di Edison, Edipower, potrebbe finire all’esame anche del cda di Foro Buonaparte, in agenda per l’approvazione dei conti dei primi nove mesi.
Il negoziato è stato condotto per Edf dal direttore finaziario, Thomas Piquemal e per gli italiani dal direttore generale di A2A, Renato Ravanelli, dal direttore generale di Iren, Andrea Viero, e dall’esperto di utility di Mediobanca, Gianfranco Amoroso.
I contenuti dell’intesa non sono stati resi noti anche se dovrebbe essere stata soddisfatta la richiesta di Iren e A2A di ottenere le centrali idroelettriche di Edipower da unire in una joint-venture partecipata al 67% dalla multiutility lombarda (i soci di maggioranza sono i comuni di Milano e Brescia) e al 33% da quella di Genova, Torino e dei comuni emiliani. Delmi chiedeva anche un’opzione di vendita a tre anni sulla sua partecipazione del 30% in Edison più ampia rispetto alla ‘put’ negoziata lo scorso marzo che copriva solo il 25% della quota.
La soddisfazione che trapelava da qualcuno dei negoziatori lascia intendere che anche su questo fronte siano stati fatti dei progressi.
Al di là delle contropartite per le utility italiane, l’accordo consegna, dopo circa un decennio dall’ingresso nel’azionariato di Edison, il controllo del gruppo a Edf.
Sciolta Transalpina di Energia (Tde), la scatola attraverso cui italiani e francesi controllavano congiuntamente Edison, Edf consoliderà il 30,6% detenuto attraverso Tde al 19,4% detenuto direttamente, riducendo i soci Delmi ad azionisti di minoranza (e a termine), con buona pace del governo che, senza grandi risultati, ha cercato di frenare come nel caso Parmalat l’avanzata francese.
Edf ha già fatto sapere che intende chiedere l’esenzione dall’opa anche se il passaggio del controllo rende difficile per i transalpini schivare l’obbligo di promuovere un’offerta sulle quote di minoranza di Edison.

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