Bragaglio (Pd): «Cari bresciani, vi voglio ricordare tutti i no del centrodestra di Rolfi»

Brescia. Sulle prossime elezioni amministrative del 14-15 maggio in città, riceviamo e pubblichiamo un intervento di Claudio Bragaglio, presidente della Direzione lombarda del Pd.

«Come evitare le insidie elettorali? Di certo non fidandosi della produzione di parole a mezzo di parole. Quindi allineando le parole ai fatti! Come per i contratti di casa nostra, verificando l’affidabilità dei proponenti. A maggior ragione per un “contratto sociale”, riguardante Brescia, mettendo a confronto i due opposti contraenti, vale a dire Castelletti e Rolfi, e verificando la loro affidabilità! Ben sapendo che chi quell’allineamento tra parole e fatti non l’ha mai praticato, di certo anche in futuro non lo farà! Castelletti rivendica la continuità del buon decennio del sindaco Del Bono. Con fatti che son lì da vedere. Rilancia e ne amplia il valore. E la sua è una continuità che ha radici profonde a Brescia.

«Altri fatti ci dicono invece d’un centrodestra molto contraddittorio. Risalendo persino alle opposte anime della Dc. Pensiamo ad un Prandini contro Padula e Martinazzoli, per la conquista della Loggia, nella crisi degli anni ‘80/90. Ebbene tale centrodestra ha rappresentato nei fatti e negli anni un freno – persino un deragliamento – sulle scelte più importanti in città. Infatti, il centrodestra s’è quasi sempre collocato sul versante della contrarietà. Come un partito del no! Persino quando era parte del governo in Loggia. Per esempio, contro la politica urbanistica di Bazoli, contro il progetto culturale del socialista Frati portandolo alle dimissioni, contro il Metrò con la segreteria Dc di Baronio e poi con due Referendum per il no. Contro anche il Termovalorizzatore, poi, tentando di affossarlo durante la Giunta Panella, nel 1992, con l’assessore prandiniano Corbelli a far leva persino sul Pci-Pds, allora all’opposizione.

«C’è poi il “fil noir” per mettere in crisi l’asse storico di Asm, da Trebeschi a Capra, proprio in quanto azienda pubblica. Infatti, da Gnutti, a Dalla Bona e Galli, i candidati sindaci del centrodestra proponevano la privatizzazione di Asm. Ben sapendo che Brescia sarebbe stata così terra di conquista di aziende e di potenti gruppi “extraterritoriali”. Per dire anche d’una miopia di questi “padroni a casa nostra”! Merita il plauso, invece, l’opposta posizione d’un grande liberale come Rampinelli, che Corsini sindaco riconfermò come presidente di Asm. Ma senza Asm, oggi niente anche A2A, contro cui l’allora centrodestra ha minacciato, pur di non farla, un Referendum!

«Né va dimenticata la rimozione, fatta dal sindaco Paroli, di Capra e degli amministratori di A2A, ritenuta poi illecita e sanzionata duramente dalla stessa magistratura. Senza dimenticare anche il tentativo di privatizzare un fiore all’occhiello come la Centrale del Latte, fermato dal sindaco Martinazzoli, come ebbe a ricordare il presidente Dusina. In quanto poi a varie contrarietà vi è quella d’un centrodestra contro il nuovo polo dell’Università Cattolica a nord della città. Ed infine pure le obiezioni al progetto del tram, già finanziato, per la zona ovest della città.

«Vanno inoltre ricordate due operazioni fallimentari della Giunta Paroli-Rolfi. La prima, con il progetto faraonico dell’archistar Daniel Libeskind per un grande polo insediativo e la sede unica del Comune in via Dalmazia-ex Magazzini Generali. La seconda, quella dello stadio a San Polo, con annessa cementificazione, che la Giunta Del Bono ha invece riqualificato nel Parco ambientale delle cave. Due opere in fumo, come meritano i faraonici fallimenti. Che sono in capo anche ad un Rolfi, “sindaco di fatto” negli anni in cui Paroli era a Roma in Parlamento. Con successiva e meritata bocciatura elettorale nel 2013.

«Un grazie, infine, va al capogruppo Natali di FdI che nel recente dibattito sul bilancio in consiglio comunale ha detto che è facile fare il bilancio con i 70 mln di A2A. Ma risorse, queste, che con un vincente centrodestra del passato non ci sarebbero mai state. Perché, privatizzata l’Asm, non avremmo oggi A2A. Quindi la sua è voce sincera “dal sen fuggita”, perché Natali ci sta dicendo che il centrosinistra ha fatto quest’anno “risparmiare” ai bresciani ben 70 milioni di servizi pubblici, perché si son pagati ma coi soldi di A2A. Quasi mille euro rimasti in tasca ad ogni famiglia e che altre città si sognano! Apprezzo Natali per questo suo aiuto alla candidatura di Castelletti, ma gli ricordo che lui è dall’altra parte e non mi sembra il caso che pure esageri…»
Claudio Bragaglio
presidente della Direzione lombarda del Pd

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