I “big” della Lega a Brescia per Rolfi, Salvini: «E’ l’uomo giusto»

All'incontro pubblico che si è tenuto a Casazza sono intervenuti i ministri Salvini, Calderoli, Giorgetti, Valditara, Locatelli e il governatore lombardo Attilio Fontana. «Brescia ha bisogno di una politica più vicina alla gente».

Brescia. C’erano tutti i “big” della Lega, martedì 1° maggio, all’Area 12 hub di via Reggio a Casazza. A sostenere la candidatura di sindaco a Brescia di Fabio Rolfi, in lizza con il centrodestra. Un parterre che, nell’incontro denominato “La lega di Governo a sostegno della candidatura di Fabio Rolfi”, ha visto schierati Roberto Calderoli, ministro per gli Affari regionali; Matteo Salvini , ministro alle Infrastrutture e segretario del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, ministro dell’ Economia e delle Finanze, Attilio Fontana presidente della Regione Lombardia, Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione, Alessandra Locatelli, ministro alla Disabilità.

rolfi lega Brescia

«Cosa significa oggi essere della Lega, essere candidato sindaco della Lega?» ha chiesto il moderatore, il giornalista bresciano Marco Bencivenga.  Per Calderoli significa «famiglia, territorio, federalismo». «Oggi 10 regioni hanno detto  sì alla autonomia differenziata e richiedono ulteriori forme di autonomia, non possiamo ignorarlo. L’autonomia differenziata la facciamo, mercoledì prossimo viene incardinata e verrà installata la cabina di regia che fisserà i passi da fare, entro gennaio 2024 per le regioni che l’hanno chiesta», ha annunciato il ministro.
Attilio Fontana ha rimarcato che la sua vittoria in Lombardia è frutto sia di «candidati validi che hanno portato avanti una campagna politica concreta, sia degli amministratori locali della Lega che hanno dimostrato le proprie capacità sul campo, nelle piccole realtà del territorio».
Giorgetti, interpellato sul ciò che vuole fare e ciò che poi può fare un ministro quando effettivamente arriva al Governo, ha dichiarato che «dobbiamo ricordarci che esiste il debito pubblico ereditato e chi governa con un grande debito sulle spalle deve tenere contro di questo. Il nostro compito è smentire i gufi di sinistra che dicono “tanto non ce la faranno mai”. Ma con l’impegno e la serietà e ispirando fiducia si possono ottenere i finanziamenti Ue».

Matteo Salvini ha ironizzato dicendo che ha deciso di venire a Brescia  il 1° maggio «perché volevo disturbare i militanti di Brescia», per poi spiegare che chiederemo «qualche milioncino per la metropolitana di Brescia (l’estensione fuori provincia ndr.) visto che c’è qui il ministro Giorgetti». «Noi – ha detto il leader della Lega – non siamo qui come i tre tenori in tour, siamo qui a sostenere i candidati sindaci, lo abbiamo fatto tre volte ed è andata bene, ora lo facciamo per la quarta volta, qua si presenta il gioco di squadra». «Brescia – ha aggiunto –  è la capitale della fatica, del sudore, delle acciaierie, delle invenzioni: il primo treno all’idrogeno circolerà a Brescia, in Valcamonica».
«L’idea del 1° maggio è nata tanto tempo fa- ha continuato Salvini – . Guidiamo le città ma non i capoluoghi, nei comuni più piccoli la stima, la conoscenza reciproca, il tessuto sociale è ancora vivo: un messaggio che parla di identità, famiglia e territorio arriva meglio in una piccola realtà piuttosto che in galleria Vittorio Emanuele a Milano. A Brescia Fabio Rolfi è in politica da anni, è in campagna elettorale da anni e non vedo l’ora che arrivi questo 14 maggio bresciano».
Quindi rivolgendosi al candidato sindaco, ha aggiunto: «Fabio Rolfi, la Lega è schierata al 100% con te, tutto il centrodestra ti sostiene, i sondaggi dicono che c’è un 40% di elettori da conquistare e che forse non andrà a  votare e che è da conquistare».

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Rolfi, nel suo intervento, ha sottolineato che «non in tutti i partiti avviene che i vertici vengano a dare sostegno ad un candidato sindaco, Brescia – ha aggiunto il candidato sindaco del centrodestra – deve essere ben collocata nei rapporti con Regione e Governo: la città negli anni passati ha perso tantissime opportunità».
«Credo- ha continuato Rolfi – che i bresciani abbiano, soprattutto gli indecisi, bisogno di due cose: una politica più vicina alla gente, una politica che sappia ricostruire la netta divisione tra centro e periferia, per poter tornare a governare ripartendo dalle periferia, là dove c’è più bisogno di ascolto alle richieste della gente. Quando sento dire da altri candidati che a Brescia non c’è problema sicurezza mi chiedo se i candidati sindaci si siano mai recati nelle periferie, al Carmine, in stazione».
Il secondo bisogno, secondo Rolfi, è quello anche di «raccontare un sogno, non promesse irrealizzabili, ma Brescia deve recuperare una visione, Brescia è capoluogo di una provincia che si è un po’ addormentata forse perché da 30 anni abbiamo sempre le stesse persone che si ricandidano ancora».

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