Bper Banca, utile netto in crescita a 400 milioni

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(red.) Il consiglio di amministrazione di Bper Banca ha esaminato e approvato i risultati individuali della Banca e consolidati di Gruppo al 31 marzo 2021 che includono il contributo economico pro rata temporis del ramo acquisito a partire dal 22 febbraio 2021.
L’amministratore delegato Piero Luigi Montani commenta: “Il trimestre appena concluso ha rappresentato una fase fondamentale della strategia di crescita di Bper grazie all’integrazione delle 587 filiali di UBI Banca, alle quali si aggiungeranno, a giugno, 33 filiali di Intesa Sanpaolo. Il processo di integrazione è avvenuto nel rispetto delle tempistiche previste e ha garantito la piena continuità operativa della nuova rete. Questo grazie al grande impegno profuso da tutti i colleghi che hanno lavorato al progetto, in un contesto esterno particolarmente complesso. Tale operazione di trasferimento ha interessato circa 1,4 milioni di clienti e porta Bper ad essere il terzo gruppo bancario italiano per raccolta totale.
L’acquisizione del ramo ha consentito al Gruppo di compiere un significativo salto dimensionale in termini di volumi, quote di mercato e clientela, migliorandone al contempo la posizione competitiva attraverso un complessivo ribilanciamento sul territorio nazionale in aree geografiche dove BPER aveva una presenza di minor rilevanza.
Alcuni benefici attesi dall’operazione sono già visibili nei risultati, in particolare grazie ad un’ulteriore riduzione dei ratio lordo e netto dei crediti dubbi, rispettivamente al 5,9% e al 3,1%, pur preservando un’elevata posizione di capitale, con un CET1 ratio ben superiore al 13%. I risultati assumono ancora più valore se vengono messi in relazione all’ambiente esterno profondamente condizionato dagli effetti della pandemia.
Il completamento dell’operazione di acquisizione ci permetterà, in un contesto di graduale rimozione delle restrizioni, di focalizzare le nostre energie sullo sviluppo commerciale, al fine di incrementare i servizi alla clientela, e, allo stesso tempo, di rendere più efficiente la nostra struttura, mantenendo una forte tensione sul continuo processo di miglioramento della qualità dell’attivo.
Colgo l’occasione per dare il mio più caloroso benvenuto ai nuovi colleghi che entreranno a far parte del Gruppo nel mese di giugno, convinto che parteciperanno al futuro di Bper, animati dal forte impegno al servizio della clientela che li ha sempre contraddistinti nella loro attività”.

Conto economico consolidato: dati principali
Il margine di interesse si attesta a 343,5 milioni di euro, tra cui 291,7 milioni riferibili
all’attività commerciale di intermediazione con la clientela, 29,0 milioni derivanti dal contributo del portafoglio titoli e 31,8 milioni relativi al contributo dei fondi TLTRO-III al netto degli interessi pagati sull’eccedenza di liquidità depositata in Bce.
Le commissioni nette risultano pari a 328,1 milioni di euro, di cui 138,0 milioni riferibili al comparto della raccolta indiretta e polizze vita assicurative e 190,2 milioni riferiti al business tradizionale, in continua ripresa benché ancora impattato dalla pandemia. La voce dividendi risulta pari a 1,7 milioni.
Il risultato netto della finanza si attesta a 76,2 milioni, beneficiando della buona performance realizzata dai mercati. In particolare, il dato include: utili netti da cessione di attività finanziaria e crediti per 53,6 milioni, plusvalenze nette su titoli e derivati per 21,6 milioni e altri elementi positivi per 1,1 milioni.
I proventi operativi netti risultano pari a 757,7 milioni.

Gli oneri operativi ammontano a 546,5 milioni di euro, di cui 92,3 milioni di oneri non ricorrenti quasi interamente riferibili al processo di integrazione del ramo acquisito. In dettaglio, le spese per il personale risultano pari a 302,1 milioni, di cui 17,5 milioni di costi straordinari legati all’attività di allineamento delle nuove risorse. Le altre spese amministrative ammontano a 189,9 milioni, di cui 65,9 milioni di oneri non ricorrenti prevalentemente connessi all’attività di consulenza, migrazione IT e rebranding delle filiali integrate.
Le rettifiche di valore nette su attività materiali e immateriali risultano pari a 54,5 milioni e includono 8,9 milioni di svalutazioni di asset dovuti anche al cambio del criterio valutativo degli immobili dal costo al fair value (maggiori ammortamenti).

Il risultato della gestione operativa è pari a 211,2 milioni. Al netto delle componenti non ricorrenti il dato arriva a 303,5 milioni.
Le rettifiche di valore nette per rischio di credito si attestano a 418,8 milioni e includono 260,0 milioni di rettifiche addizionali conseguenti all’aggiornamento delle proprie policy valutative, che hanno consentito un rafforzamento delle coperture su crediti. Il costo del credito annualizzato del trimestre risulta quindi pari a 222 p.b. (84 p.b. escludendo le rettifiche su crediti addizionali).
Gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri ammontano a 40,9 milioni di cui 30,5 milioni di carattere straordinario, di cui la maggior parte riferibili all’adeguamento della quota di “profit sharing” da corrispondere al Fondo di Risoluzione in esecuzione degli accordi connessi all’acquisizione di Nuova Carife S.p.A..

Avviamento negativo (c.d. Badwill) pari a € 1.077,9 milioni di cui:
• 781,5 milioni di euro relativi al badwill emerso dal processo di Purchase Price Allocation (PPA) provvisoria richiesta dall’IFRS 3 “Aggregazioni aziendali” rispetto all’acquisizione dei rami d’azienda di UBI Banca e UBISS eseguita nel trimestre. Il differenziale tra patrimonio netto di pertinenza del ramo acquisito e prezzo di acquisto ha generato un badwill (bargain purchase) iniziale pari a 928,5 milioni di euro. Il processo di PPA tra le attività e passività oggetto di acquisizione valutate al fair value ha comportato l’allocazione di 147,1 milioni. Tra i principali effetti, si evidenzia un fair value inferiore al valore contabile acquisito dei crediti non-performing per 337,5 milioni ed un fair value superiore al valore contabile acquisito dei crediti performing per 220,1 milioni.
• 296,4 milioni relativi al recupero della fiscalità sullo stesso badwill come da previsioni contrattuali con Intesa Sanpaolo.

L’utile (perdite) da investimenti è negativo per 250,7 milioni e include principalmente 230,4 milioni relativi a rettifiche degli avviamenti e € 22,5 milioni relativi a svalutazioni dovute al citato passaggio del criterio di valutazione degli immobili, dal costo al fair value.
L’utile della gestione corrente al lordo delle imposte risulta pari a 547,6 milioni. Al netto delle componenti non ricorrenti il dato è pari a circa 105,5 milioni.
Le imposte sul reddito ammontano a 140,8 milioni ed includono il carico fiscale del badwill per 296,4 milioni.
L’utile di periodo si attesta pertanto a 406,8 milioni e comprende un utile netto di pertinenza di terzi pari a 6,5 milioni.
L’utile di periodo di pertinenza della capogruppo è pertanto pari a 400,3 milioni.

Stato patrimoniale consolidato: dati principali
La raccolta diretta da clientela (debiti verso clientela, titoli in circolazione e passività finanziarie designate al fair value) risulta in forte aumento a 94,4 miliardi di euro di cui 29,4 miliardi riferibili al ramo acquisito. A perimetro costante la raccolta risulta in crescita del 2,5% rispetto a fine 2020. All’interno dell’aggregato totale la raccolta da clientela ordinaria è pari a 90,3 miliardi, costituita principalmente da conti correnti e depositi per 85,8 miliardi. La raccolta istituzionale, costituita quasi interamente da obbligazioni, è pari a 4,1 miliardi in aumento rispetto ai 3,6 miliardi di fine 2020 in seguito all’emissione inaugurale di un social bond per 500 milioni.
La raccolta indiretta da clientela, valorizzata ai prezzi di mercato, è pari a 160,7 miliardi (di cui 37,8 miliardi riferibili al ramo acquisito) anch’essa in significativa crescita. A perimetro costante la raccolta indiretta è in aumento dello 0,7% rispetto a fine 2020. All’interno dell’aggregato totale, la raccolta gestita è pari a 60,4 miliardi, di cui 17,7 miliardi relativi a Arca Holding al netto della quota di fondi collocata dalla rete del Gruppo Bper; il portafoglio premi assicurativi riferibile al ramo vita è pari a 17,7 miliardi; la raccolta amministrata si attesta a 82,6 miliardi.

I crediti lordi verso la clientela sono pari a 78,1 miliardi di cui 22,0 miliardi riferibili al ramo acquisito. A perimetro costante i crediti lordi sono in aumento dell’1,3% rispetto a fine 2020. All’interno dell’aggregato totale, i crediti “performing” lordi sono pari a 73,3 miliardi, mentre quelli deteriorati lordi ammontano a 4,8 miliardi con un’incidenza del 6,1% sui crediti lordi complessivi, in calo rispetto al 7,8% di fine 2020, beneficiando sia del contributo del ramo acquisito che delle cessioni di crediti deteriorati finalizzate nel trimestre. Includendo nell’aggregato anche le cessioni perfezionate formalmente in aprile (0,2 miliardi), l’incidenza cala ulteriormente al 5,9%.
Con riferimento alla composizione dei crediti lordi, le sofferenze sono pari a 2,4 miliardi; le inadempienze probabili si attestano a 2,3 miliardi; i crediti scaduti ammontano a 129,6 milioni.

I crediti netti verso la clientela sono pari a 75,4 miliardi di cui 21,8 miliardi relativi al ramo acquisito. A perimetro costante i crediti netti crescono dell’1,1% rispetto a fine 2020. All’interno dell’aggregato totale, i crediti “performing” netti sono pari a 73,0 miliardi, mentre quelli deteriorati netti ammontano a 2,4 miliardi, con un’incidenza pari al 3,2% sui crediti netti complessivi (3,1% tenuto conto degli UTP ceduti lo scorso aprile), in diminuzione rispetto al 4,0% di fine 2020. Il coverage ratio del totale dei crediti deteriorati si attesta al 49,5%.
Con riferimento alle singole componenti dei crediti deteriorati, le sofferenze nette sono pari a 1,0 miliardi con un livello di copertura del 57,8%; le inadempienze probabili nette si attestano a 1,3 miliardi con un livello di copertura del 42,2%; i crediti scaduti netti ammontano a 95,9 milioni con una copertura pari al 26,1%.
La copertura dei crediti performing sale allo 0,5% dallo 0,3% di fine 2020.

Nell’ambito delle misure di sostegno erogate dal Gruppo Bper (incluso il ramo acquisito) destinate a famiglie e imprese per fronteggiare le ripercussioni economiche derivanti dall’emergenza pandemica, l’ammontare delle moratorie erogate ammonta a 16 miliardi (di cui 5 miliardi riferibili al ramo acquisito) delle quali 8,1 miliardi ancora attive a fine marzo 2021. I finanziamenti garantiti dallo Stato si attestano a 6,1 miliardi (di cui 1,9 miliardi riferibili al ramo acquisito) in aumento rispetto ai 3,5 miliardi di fine 2020.

La posizione interbancaria netta risulta negativa per 1,5 miliardi determinata dallo sbilancio tra i crediti verso banche di 20,7 miliardi e i debiti della stessa natura pari a 22,3 miliardi. L’ammontare complessivo del rifinanziamento con la Banca Centrale Europea (Bce) del Gruppo Bper, interamente composto da fondi “TLTRO III” con scadenza triennale, risulta pari a 18,4 miliardi, in aumento di 1,7 miliardi rispetto a fine dicembre 2020 in seguito a ulteriori tiraggi di liquidità all’asta tenutasi a marzo scorso. Gli strumenti finanziari utilizzabili come collaterale per operazioni di rifinanziamento sul mercato ammontano a 29,2 miliardi al netto dell’haircut, di cui 9,7 miliardi disponibili, ai quali si aggiungono 19,0 miliardi di depositi presso la Bce.
Le attività finanziarie ammontano complessivamente a 26,4 miliardi e risultano pari al 20,5% del totale attivo. All’interno dell’aggregato, i titoli di debito ammontano a 25,3 miliardi (95,7% del portafoglio complessivo) e includono 12,5 miliardi riferiti a titoli governativi e di altri enti pubblici, di cui 8,0 miliardi di titoli di Stato italiani.

I mezzi patrimoniali complessivi ammontano a 6,8 miliardi, con una quota di patrimonio di pertinenza di terzi pari a 0,1 miliardi. Il patrimonio netto consolidato del Gruppo, che include il risultato di periodo, si attesta pertanto a 6,7 miliardi.
Per quanto riguarda gli indici di liquidità LCR (“Liquidity Coverage Ratio”) e NSFR (“Net Stable Funding Ratio”), al 31 marzo 2021 l’indice LCR è maggiore del 200%, mentre l’indice NSFR è stimato al di sopra del 100%.

Capital ratios
I ratios patrimoniali al 31 marzo 2021, calcolati tenendo conto della metodologia AIRB per i requisiti sul rischio di credito, risultano pari a:
• Common Equity Tier 1 (CET1) ratio Phased In proforma pari 14,4% (17,7% al 31 dicembre 2020 ovvero 15,1% al netto dell’impatto dell’aumento di capitale). L’indice calcolato in regime di piena applicazione (“Fully Phased” proforma) è pari al 13,4% (15,8% al 31 dicembre 2020 e 13,2% al netto dell’impatto dell’aumento di capitale);
• Tier 1 ratio Phased In proforma pari a 14,7% (18,1 % al 31 dicembre 2020);
• Total Capital ratio Phased In proforma pari a 17,0% (21,2% al 31 dicembre 2020).

Principali dati di struttura al 31 marzo 2021
Il Gruppo, già presente in diciannove regioni italiane, ha incrementato ulteriormente il proprio posizionamento competitivo grazie all’acquisizione dei citato ramo d’azienda.
Il numero di sportelli è pari a 1.820 (oltre alla Sede in Lussemburgo di Bper Bank Luxembourg S.A) rispetto a 1.237 di fine 2020, con un’elevata concentrazione nel Nord Italia.
I dipendenti del Gruppo sono pari a 17.808 rispetto ai 13.177 di fine 2020.

Prevedibile evoluzione della gestione
Nonostante un miglioramento del quadro macro dell’area euro sostenuto da una ripresa della domanda e dalle ingenti misure di stimolo fiscale, sulle prospettive di breve periodo continuano a pesare le incertezze circa le future ripercussioni economiche della pandemia, la cui evoluzione rimane condizionata dall’avanzamento delle campagne vaccinali e dal diffondersi di nuove varianti. Sulla base degli ultimi indicatori disponibili, in Italia nei primi mesi dell’anno l’attività economica sarebbe rimasta pressoché stabile, caratterizzata da un recupero del settore industriale ma con una debolezza ancora persistente nel settore dei servizi a causa delle misure restrittive. In prospettiva, i progressi delle campagne vaccinali in corso, unitamente ad un graduale allentamento delle misure di contenimento, alimentano le attese di un deciso recupero dell’attività economica nel corso del 2021, che sarà sostenuta anche dalle continue misure varate dal Governo a favore di famiglie e imprese.
In tale contesto il Gruppo Bper continuerà a focalizzarsi sull’aumento della redditività, ulteriormente supportata dai benefici derivanti dall’integrazione del ramo d’azienda acquisito che forniranno un importante contributo alla crescita dei ricavi sia nella componente commissionale, in particolare nel comparto dell’Asset Management e Bancassurance, sia nella componente di margine di interesse. Sul fronte degli oneri operativi, la Banca proseguirà con l’implementazione delle azioni di efficientamento della struttura operativa e di razionalizzazione della base costi che, unitamente alla prevista crescita dei ricavi, consentiranno di ridurre il cost-income del Gruppo.

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