Imprese, il Coronavirus fa crollare export e fatturato

Se lo aspettavano tutti, ovviamente. Ora però è necessario intervenire: "Italia, Spagna e Francia puntino i piedi in Europa".

(red.) Crollo del fatturato e degli ordini, primi segnali preoccupanti dal fronte occupazionale. Lo osserva il Centro Studi Apindustria nell’analisi congiunturale realizzata analizzando un campione di cento imprese Associate. «Il primo trimestre 2020 sembra profondamente segnato dall’emergenza sanitaria esplosa a fine febbraio – si legge nel rapporto -. Il blocco delle attività produttive decretato dal Governo porta una conseguente riduzione della produzione e degli ordinativi: 6 imprese su 10 registrano una riduzione, il fatturato si contrae nel 65% dei casi». I primi effetti del blocco si ravvisano sulla gestione del personale e 2 imprese su 10 iniziano a ridurre le risorse umane in forza. «I dati sul fatturato – sottolinea il rapporto – paiono ancora più allarmanti se esaminati alla luce del rilievo in termini percentuali, delle variazioni: più del 43% delle imprese intervistate sta infatti subendo una contrazione del fatturato superiore al 15% (3 imprese su 10 rilevano un calo superiore al 20%)».

Nel dettaglio, sul territorio nazionale il 76% degli intervistati ha rilevato un calo del fatturato (marcato nel 64% delle imprese) e degli ordini (72%). Molto simili i dati rilevati nella Comunità Europea. «Apparentemente meno drastica la relazione con l’estero extra EU, che si divide quasi equamente tra coloro che rilevano fatturato stabile e chi segnala contrazione: va tuttavia sottolineato che poche PMI intervistate hanno rapporti commerciali al di fuori dell’Europa (circa il 55% degli intervistati)». Proprio oggi l’Istat – nel suo rapporto mensile sul commercio estero extra Ue – registra per il mese di marzo «una forte contrazione dell’export verso i paesi extra Ue27 su base sia mensile sia annua. La caduta dell’export è geograficamente diffusa: su base annua, la netta riduzione delle vendite di beni strumentali sui mercati esteri spiega da sola per 7,4 punti percentuali la contrazione tendenziale delle esportazioni».

Per quanto riguarda l’andamento dell’utilizzo degli impianti, i cali più marcati (superiori al 50%) si registrano soprattutto nelle situazioni più fragili e con impianti già fortemente sotto utilizzati da tempo. «I dati rispecchiano purtroppo le attese – afferma il Presidente di Apindustria Douglas Sivieri – ma temo che aprile e maggio possano andare anche peggio, soprattutto sugli ordinativi. Preoccupano anche i primi segnali sull’occupazione ma anche, in questo caso, il timore è che la situazione possa deteriorarsi ulteriormente. Il nostro augurio è che in tempi brevi si possa riprendere in sicurezza e che da giugno ci possa essere l’inversione di tendenza rispetto alla situazione difficilissima che stiamo vivendo in queste settimane. Dal Governo attendiamo risposte più rapide perché c’è qualche intoppo di troppo. Il piano da tre miliardi annunciato da Regione Lombardia lo vediamo ovviamente di buon occhio». L’Europa? «Che si diano una mossa. E che Italia, Francia e Spagna, i Paesi più colpiti, puntino i piedi davvero».

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