Industria 4.0: Tavolo tecnico e istituzionale

Gestire un processo innovativo e lavorare all'armonizzazione di un fenomeno le cui ricadute sono ancora da valutare. Una trentina le realtà coinvolte.

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(red.) Un tavolo istituzionale e uno tecnico, entrambi governati da un presidente (per il primo a rotazione) e un coordinatore, che saranno scelti nelle prossime settimane. Il prefetto Valerio Valenti assumerà un mero ruolo di garanzia rispetto ad entrambi i tavoli, la segreteria organizzativa sarà presa in carico dalla Camera di Commercio. Si sono gettate le basi costitutive del Comitato Industria 4.0 Brescia, venerdì 27 gennaio, in occasione del secondo incontro delle numerose realtà aderenti alla sfera istituzionale. All’incontro hanno partecipato nuove realtà: Associazione Artigiani, Assopadana e Regione Lombardia.

L’incontro, che si è svolto presso la sede del Csmt e al quale hanno preso parte una trentina di rappresentanti delle realtà coinvolte, è stato in prevalenza formativo, attraverso gli interventi di Gabriele Ceselin e Riccardo Trichilo, rispettivamente direttore generale di Csmt e amministratore delegato di Aqm e presidente di Csmt e Aqm, con l’obiettivo di avere le idee chiare sul fenomeno in atto per decidere come muoversi in modo coeso. A partire dalla formazione. “È un momento di grandi aspettative ma anche di grande confusione, é necessario condividere i percorsi e le idee mettendole a disposizione della comunità tutta – ha affermato Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. La contaminazione che il digitale ci obbligherà a gestire chiede aperture e visione d’insieme e solo un approccio sistematico e comune può essere vincente per il nostro territorio”.

Al centro anche le ricadute sul mondo del lavoro, difficilmente prevedibili. Preoccupazioni sull’impatto occupazionale sono state manifestate in particolare dai sindacati. “Il miglioramento delle condizioni di lavoro, gli orari, la formazione professionale sono temi da affrontare” ha affermato Silvia Spera della Cgil. D’accordo anche Mario Bailo di Uil. “Si tratta di un cambiamento culturale, che non riguarda solo l’industria – ha detto -. Mettere al centro il mondo della ricerca e della formazione è importante perché c’è oggi un po’ di confusione sul tema”.

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