Carnevali, Ipc e Italcementi. Le vertenze

L'azienda di abbigliamento ha presentato il piano di concordato. A Mompiano si chiude dal 9 dicembre. Cigs per 5 addetti del gruppo di Rezzato.

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Carnevali(red.) Dal punto di vista economico, nelle ultime ore precedenti a venerdì 3 dicembre si sono registrati degli sviluppi per quanto riguarda le aziende bresciane Carnevali, Ipc e Italcementi. A proposito dello storico negozio di abbigliamento che ha un debito di 40 milioni di euro e chiuso il bilancio al 28 febbraio con ricavi di 20 milioni, giovedì 3 dicembre ha presentato in tribunale a Brescia il piano per la richiesta del concordato preventivo. “L’azienda è sempre stata e intende rimanere anche in futuro la catena al dettaglio di riferimento dello shopping – si legge in una nota – nelle province di Brescia e Bergamo dove è presente con quattro punti vendita”. I motivi della congiuntura sono riconducibili “alla progressiva e incessante crisi dei consumi che ha colpito in modo particolare il settore abbigliamento.
Il peso del debito accumulato – continua la nota – ha reso necessario procedere con la richiesta di un concordato con continuità aziendale per consentire di portare a termine il piano industriale avviato nel 2014 che già sta dando segnali positivi. Ci sarà la prosecuzione e il rilancio dell’attuale modello di business con il quasi attuale mantenimento dei livelli occupazionali, la liquidazione degli asset non funzionali, la soddisfazione dei fornitori strategici nella misura del 50% delle esposizioni e del 20% per i crediti chirografari”. A Mompiano, invece, per quanto riguarda l’Ipc, ex Pulex, i sindacati hanno informato i lavoratori sulla comunicazione che dieci di loro hanno ricevuto per essere liberati. Secondo le sigle, è un altro atto per mettere ancora più pressione sugli addetti, mentre dal 9 dicembre, come disposizione dell’azienda, sarà chiuso lo stabilimento di via Maternini e tutta la produzione sarà trasferita alla sede di Padova.
Chi tra i 36 dipendenti non è intenzionato a spostarsi si vedrà licenziato. “Dopo la richiesta, da tempo avanzata, da sindacati e istituzioni per un incontro al ministero dello Sviluppo Economico, il dicastero non l’ha inspiegabilmente convocato” si legge in una nota dei rappresentanti dei lavoratori. Nella sede, intanto, vanno avanti i presidi. Infine, sul fronte dell’Italcementi, che ha una sede anche a Rezzato, allo stesso ministero è stato raggiunto un accordo tra la proprietà e i sindacati per concedere 20 mesi di cassa integrazione straordinaria dall’1 febbraio per 430 lavoratori in tutta Italia. Per la sede bresciana sono coinvolti solo 5 dei 108 dipendenti.

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