Come è cambiata l’industria bresciana

I dati del censimento Istat 2011: quelli bresciani sono incoraggianti rispetto alla media regionale. Il 14,3% dei dipendenti è extracomunitario.

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(red.)I dati relativi alla Lombardia del 9° censimento Istat per l’industria e i servizi e delle istituzioni non profit sono stati presentati a Milano.
I numeri del rapporto si riferiscono al 2011. Nonostante  siano passati tre anni, grazie alla comparazione tra questi risultati e quelli del 2001, è possibile iniziare a tirare qualche somma su cosa è cambiato negli ultimi quindici anni.
I dati apparentemente positivi non devono trarre in inganno. Confrontando l’andamento del 1991 con quello del 2001 – e, quindi, con il periodo precedente alla crisi che ha investito il Paese nel 2008 – si nota che le imprese in Lombardia sono aumentate del 30%.
Ora, la provincia di Brescia, per numero di unità produttive e addetti, risulta in una posizione migliore rispetto alla media lombarda. Tra il 2001 e il 2011, infatti, nella nostra provincia il numero delle imprese è aumentato del 12,4% (la media regionale è del +10,6%). Il saldo occupazionale, invece, è al +4%, dato comunque superiore alla media lombarda del +3,2%.
Gli occupati nelle unità produttive bresciane (contando anche il settore terziario) sono per la maggior parte dipendenti. Il 14,3% dei 293mila 776 lavoratori dipendenti nel Bresciano sono extracomunitari, cosa che porta la nostra provincia in testa per numero di migranti occupati.

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