Reti d’impresa, a Brescia sono 174

L'Osservatorio Intesa Sanpaolo ha rilevato la realtà del settore in Lombardia. In Valcamonica un esempio di eccellenza nell’incontro tra Forgiatura Mamé e Forge Monchieri.

(red.) Il terzo Osservatorio Intesa Sanpaolo – Mediocredito Italiano sulle Reti d’Impresa conferma che il contratto di rete è un’opportunità interessante per le imprese italiane.
Nei primi tre mesi dell’anno 455 realtà imprenditoriali hanno utilizzato questo strumento dando vita a 94 nuove reti, ovvero forme di collaborazione che consentono di mettere a fattore comune risorse e capacità con l’obiettivo di acquisire maggiore forza competitiva, produttiva e commerciale. Sale così a 792 il totale dei contratti registrati a fine marzo 2013 e a 4.091 il numero delle imprese coinvolte. Lombardia, Emilia Romagna e Toscana guidano la classifica delle regioni più attive. Le prime due in particolare sono le artefici della forte accelerazione dell’ultimo trimestre 2012, nel quale 801 nuove imprese hanno deciso di mettersi in rete.
Imprese in Rete in Lombardia per provincia: a Milano 313 , Brescia 174, Bergamo 93, Monza-Brianza 89, Varese 79, Lecco 67, Como 52, Mantova 41, Sondrio 24, Cremona 23, Pavia 23, Lodi 12 (v. tabella in comunicato allegato). Per comparto produttivo: Servizi (41,4%) con 410 imprese in rete; Industria (37,5%) con 371 imprese in rete; costruzioni e immobiliare (18,2%) con 180 imprese in rete (v. tabella in comunicato allegato)
L’Osservatorio si sofferma sui risultati del settore manifatturiero nel corso del 2011: le imprese coinvolte in contratti di rete hanno registrato un aumento di fatturato del 10,1%, contro il 4,6% di quelle non in rete e il differenziale si allarga ulteriormente se si considera il triennio 2009-2011. D’altra parte, le aziende che decidono di formare una rete si caratterizzano già in partenza per un migliore posizionamento competitivo: in un caso su due fanno già parte di gruppi economici (contro il 35% circa delle imprese non in rete), hanno attività di export (50% circa vs. 31%), certificati di qualità (26,7% vs. 17,2%), partecipate estere (17,8% vs. 7,5%), marchi registrati a livello internazionale (16,4% vs. 8,5%), richieste di brevetti all’EPO (16,3% vs. 7,3%), certificazioni ambientali (8,2% vs. 3,4%).
Per una migliore messa a fuoco sulle ricadute del fenomeno, l’Osservatorio riporta i risultati di un’indagine effettuata tra 360 imprese clienti coinvolte in contratti di rete, da cui emerge che un’impresa su due si aspetta benefici in termini reddituali. Circa il 50% circa delle imprese intervistate dichiara inoltre di partecipare alla rete per conseguire maggiori sinergie produttive (soprattutto al Sud e al Centro), rafforzare i canali di promozione/distribuzione (Nord) e realizzare progetti comuni di innovazione e di ricerca (Centro e Nord-Est).
Più in generale, lo studio di Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano evidenzia come la rete consenta di valorizzare al meglio la complementarietà industriale delle imprese. L’83% delle reti è composta da imprese specializzate in comparti produttivi differenti. Inoltre, il 31% sono di piccole dimensioni o addirittura imprese cosiddette micro (51,2%), esattamente le realtà che hanno maggior bisogno di accrescere la loro capacità di fare innovazione, vendere, esportare, creare marchi e che difficilmente ci riuscirebbero potendo contare solo sulle proprie forze. Industria in senso stretto e servizi sono i due macrosettori più rappresentati e raccolgono il 76,1% delle imprese in rete. E’ significativa anche la presenza della filiera delle costruzioni e immobiliare e di imprese dell’industria agro-alimentare, in particolare nel Mezzogiorno con la Sardegna in testa.
Le Reti d’Impresa per decollare necessitano di formazione e di finanziamenti specifici. Tra fine 2012 e inizio 2013 sono nati tre Laboratori regionali per le Reti d’Impresa (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna), veri e propri “incubatori” attivati da Intesa Sanpaolo con associazioni datoriali locali ed enti di ricerca per promuovere la conoscenza di questo strumento e agevolare l’incontro tra potenziali partner. A questi si affianca il Desk  nazionale sulle Reti per la consulenza normativa e finanziaria di Mediocredito Italiano, la società di Intesa Sanpaolo specializzata nel sostegno alla crescita delle pmi. Sul fronte dei finanziamenti un’opportunità importante è la provvista che la Banca Europea per gli Investimenti ha reso disponibile affinché pmi e imprese “mid-cap” possano raggiungere gli obiettivi strategici del contratto di rete, di cui Mediocredito Italiano fino ad oggi ha deliberato finanziamenti per oltre 22 milioni di euro.
Tra le reti di impresa che hanno portato alla realizzazione di importanti investimenti c’è la M&M Forgings nata nel 2011 dall’incontro tra Forgiatura Mamé e Forge Monchieri, due forge della Valle Camonica storicamente concorrenti anche se in parte complementari per prodotti e mercati. La rete nasce da imprese solide, efficienti ma relativamente piccole per perseguire una strategia di medio-lungo periodo che prevede investimenti continui e di importo rilevante in innovazione e  internazionalizzazione. Attraverso la Rete, Forgiatura Mamé e Forge Monchieri sono riuscite ad ampliare la propria base clienti Insieme le due imprese stanno, inoltre, potenziando il presidio commerciale dei mercati esteri: sono state costituite tre filiali rispettivamente a Houston, per tutto il mercato nordamericano, a Rio de Janeiro per il Sud America e a Pechino per il “Far East”. Nel 2013 è prevista l’apertura di una nuova filiale in Russia. La Rete ha permesso poi di razionalizzare e potenziare gli investimenti in innovazione, ricerca e marketing. La M&M Forgings ha potuto finanziare parte dei suoi progetti a tassi agevolati tramite l’utilizzo di una specifica provvista BEI messa recentemente a disposizione da Intesa Sanpaolo, attraverso Mediocredito Italiano, per gli investimenti realizzati dalle PMI e dalle imprese “mid-cap” e diretti al raggiungimento degli obiettivi strategici del contratto di rete.

 

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