Gruppo Ubi, sforbiciata da 650 dipendenti

Siglata l'intesa con i sindacati, ad eccezione di Fisa/Cgil. Gli oneri relativi agli esodi sono stimati in 130 milioni di euro. Saranno assunti 240 giovani.

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(red.) Taglio di 650 unità nel Gruppo UBI.
E’ stata decisa nel pomeriggio di giovedì 29 novembre la  riduzione del costo del personale, annunciata già il 18 luglio del 2012, nell’ambito dell’insieme articolato di manovre tese a semplificare l’organizzazione del Gruppo, che ha sede anche a Brescia, e a ridurre in modo strutturale i costi operativi nel loro complesso. Nel pomeriggio, si è conclusa la procedura avviata con informativa sindacale del 28 agosto 2012, con un accordo siglato da Dicredito, Fabi, Fiba/Cisl, Ugl Credito, Uil.Ca, Sinfub e Unità Sindacale Falcri/Silcea. “Per quanto riguarda la Fisac/Cgil, che non ha siglato l’accordo, comunque valido”, si legge in una nota del Gruppo, “l’azienda auspica che si possano creare nel futuro prossimo le condizioni di contesto che permettano anche a tale componente di condividere le intese sottoscritte”.
L’accordo contiene una serie di previsioni che contemplano, oltre ad una riduzione di organico (650 unità nei primi mesi del 2013) mediante accesso, prioritariamente su base volontaria, al trattamento pensionistico o al Fondo nazionale di sostegno al reddito, anche un contenimento degli oneri derivanti dalla riduzione delle prestazioni lavorative straordinarie, dai criteri di fruizione dei congedi, nonché dal ricorso a forme di flessibilità e di riduzione/sospensione dell’orario di lavoro in parte finanziate dalle prestazioni del Fondo nazionale di sostegno al reddito.
Per supportare il ricambio generazionale, è stato inoltre condiviso un piano di stabilizzazione contrattuale e di assunzione di personale a favore di 240 giovani in tre anni a partire dal 2013, cogliendo anche le opportunità date dal Fondo Nazionale per l’occupazione recentemente istituito in sede di rinnovo del CCNL. “Il complesso degli interventi”, continua la nota, “pur avendo caratteristiche per gran parte strutturali, presenta un limitato impatto sociale e consente una riduzione del costo del lavoro a regime di circa 100 milioni di euro lordi annui principalmente conseguiti già dal 2013.
Gli oneri una tantum relativi agli esodi, da contabilizzarsi interamente nel quarto trimestre dell’esercizio in corso, sono stimati in circa 130 milioni di euro lordi. Rimangono peraltro confermate e in corso di progressiva attuazione le ulteriori azioni in tema di organizzazione territoriale e di semplificazione della governance, tese a portare ulteriori risparmi di costo e sinergie”.

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