Acqua pubblica, quanto costa a Brescia?

Una famiglia media, nel 2011, ha sborsato 232 euro in bolletta. L'anno prima la spesa era di 215. I dati nell' indagine realizzata dall’Osservatorio di Cittadinanzattiva.

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(red.) Negli ultimi 5 anni, il costo dell’acqua non ha fatto che aumentare: +24,5% di media, con tariffe fuori controllo in alcune province italiane come Lecco (+126% dal 2007 al 2011, record nazionale), Benevento (+79,8%), Massa e Carrara (+64,3%), Aosta (+57,1%), Lodi (+56,5%), Viterbo (+53,1%), Parma (+52,5%), Macerata (+52,2%), Pordenone (+51,1%).  In altre 30 città, gli incrementi hanno superato il 30%.
Aumenti importanti anche nell’ultimo anno: nel 2011 rispetto al 2010, le tariffe sono cresciute su base nazionale in media del 5,8%, con oltre 70 città che hanno visto ritoccate all’insù le tariffe, in 11 casi con aumenti a due cifre.
In generale, il caro bollette viaggia più spedito al Centro (+34,3% rispetto al 2007, +6,2% rispetto al 2010). Seguono le regioni del Nord (+25,6% rispetto al 2007, +6,7% rispetto al 2010) e il Sud (+14,1% rispetto al 2007, +3,2 rispetto al 2010).
Nell’annuale indagine realizzata dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, le contraddizioni del Servizio Idrico Integrato nel nostro Paese, con dati anche sulla dispersione idrica.
Quanto spende annualmente una famiglia di Brescia per il servizio idrico integrato? Secondo il report dell’Osservatorio, nel 2011 ogni nucleo ha sborsato una cifra media pari a 232 euro. L’anno precedente era stata di 217, mentre nel 2007 la spesa era di 221 euro. La variazione di prezzo tra 2010 e 2011 è pari al 7,9%, mentre nel periodo compreso tra 2007 e 2011 è complessivamente del 5%.
La Leonessa si piazza al 70esimo posto (su 106) per valore dell’esborso. L’indagine è stata realizzata in tutti i capoluoghi di provincia, relativamente all’anno 2011. L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico: acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, quota fissa (o ex nolo contatori). I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua, e sono comprensivi di Iva al 10%.
Secondo il dossier Firenze, Pistoia e Prato sono le città capoluogo dove nel 2011 le bollette sono state più salate, con una media di spesa pari a 474 euro. In tutti e tre i casi è stato registrato un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente e del 34,6% dal 2007.
Ai primi posti delle città con bollette più convenienti in testa c’è Isernia, e, per la Lombardia, appaiono nella speciale classifica al terzo gradino Milano (123 euro medi), al quinto Varese (168 euro) e all’ottavo Cremona (178 euro di media). Chiudono la graduatoria Catanzaro, Caserta, Teramo.
Per Brescia c’è da segnalare anche il dato relativo alla dispersione di rete dell’acqua, pari al 18% per il 201o, in calo di un punto percentuale sul 2007. Sul territorio lombardo la città che segna il dato più alto è Varese, con il 38% di dispersione. La media lombarda è del 19%.
In Italia, infatti, secondo Legambiente-Ecosistema Urbano 2011, in media il 32% dell’acqua immessa nelle tubature (per tutti gli usi) va persa, problema particolarmente accentuato al Sud (42%) e al Centro (32%), meglio il Nord che presenta percentuali di perdite al di sotto della media nazionale (25%). La manutenzione? Inesistente o quasi: rispetto al 2007, su 88 città prese in esame la dispersione idrica è aumentata in ben 47: Cosenza (73%), Campobasso (65%) e Latina (62%) le città colabrodo, seguite da altre nove in cui almeno la metà dell’acqua immessa va persa: Pescara, Avellino, Trieste, Grosseto, Potenza, Catania, L’Aquila, Gorizia, Siracusa.
“Quando si parla di infrastrutture necessarie per rilanciare il Paese”, ha commentato Antonio Gaudioso, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, “occorre pensare all’urgenza che rivestono le grandi opere legate al servizio idrico, ad iniziare dagli acquedotti, non fosse altro che per arginare l’enorme spreco di una risorsa che non è né illimitata né a costo zero per la collettività, come l’escalation delle tariffe dimostra. Da questo punto di vista, ci aspettiamo molto dal lavoro dell’Autorità alla quale da poco sono state attribuite competenze in materia di servizi idrici. Cittadinanzattiva le consegnerà con piacere i propri studi di settore convinta che possano risultare utili all’Autorità, chiamata quanto prima a definire e a far rispettare ai gestori dell’acqua una diretta relazione tra investimenti, standard di qualità del servizio e costi in bolletta”.

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