Irpef, arriva la stangata in busta paga

Con l’aumento delle addizionali regionali il peso della nuova tassazione si è fatto sentire già nell’ultimo cedolino per tutti i contribuenti. Esclusi i redditi bassisimi.

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(red.) La “stangata” è arrivata in busta paga. Con l’aumento delle addizionali regionali il peso della nuova tassazione si è fatto sentire già nell’ultimo cedolino per tutti i contribuenti italiani.
Ad eccezione dei redditi bassissimi (sotto i 7.700 euro di pensione annui o di 8.000 euro di redditi da lavoro all’anno), per tutti gli altri lavoratori la cifra da versare andrà da un minimo di 51 euro per uno mensile di 1200 euro fino ai 137 per chi guadagna 3200 euro.
a questa cifra va aggiunta anche (eventualmente) la addizionale comunale, che però non tutte le amministrazioni hanno deciso di applicare o secondo modalità diverse da comune a comune. A Brescia
viene applicata una quota fissa (dallo 0,20 sino allo 0,55%, con una no-tax sotto la soglia dei 15mila euro.
Con il cedolino di marzo in busta paga verrà trattenuto l’acconto comunale per il 2012, per 9 rate.
La seconda addizionale riguarda invece il saldo comunale 2011 e regionale 2011. La legge prevede che incida su un massimo di 11 rate mensili a partire dal mese successivo all’effettuazione dei conguagli. Conguagli che le aziende possono aver già effettuato a dicembre 2011 (nel qual caso già dalla busta paga di gennaio i dipendenti hanno visto l’aumento), oppure a gennaio e febbraio 2012.
A fare i conti in tasca a questo nuovo aumento del prelievo è il Caf-Cisl nazionale.
L’aumento del prelievo scatterà (o è già scattato, a seconda delle tempistiche delle aziende) per tutti sulle addizionali regionali e sarà dello 0,33%, con un effetto che varierà dai 51 euro all’anno per un salario da 1.200 euro mese ai 137 per uno stipendio da 3.200 euro per l’Irpef Regionale. Pagheranno invece 73 euro i contribuenti con 1.700 euro di stipendio e 94 euro quelli che con una busta paga mensile di 2.200 euro.
Per quanto riguarda l’Irpef comunale, a Brescia, essendo stato deliberato l’aumento prima del 20 dicembre 2011, scatta dunque il pagamento della prima rata dell’acconto, pari al 30% del totale e calcolato sui redditi (percepiti) dell’anno prima.  Per fare qualche esempio di “casa nostra” su un reddito imponibile di 70mila euro, con aliquota comunale dello 0,55% l’importo (presunto) da pagare sarà di 385 euro, che tolto l’acconto del 30%, e suddiviso poi per nove rate, comporterà un prelievo di 12,83 euro in busta paga.
Ma il vero salasso per le tasche degli italiani arriverà a giugno con l’Imu. La nuova imposta municipale è una nuova Ici che si pagherà anche sulle prime case e che sarà ancora più alta sulle seconde. La chiamata alla cassa, per il debutto di questa nuova tassa, è per il 20 di giugno. Ad ottobre, poi, è in arrivo l’aumento dell’Iva dal 21 al 23%. Introdotto come norma di “salvaguardia” per raggiungere il pareggio di bilancio potrà essere sostituito da altre fonti di entrata come la riduzione delle agevolazioni o il taglio delle spese con la spending review.

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