Inflazione, i carburanti tirano la volata

Anche nel Bresciano gli effetti dell'andamento congiunturale dei prezzi. A pesare sono stati, soprattutto, i rialzi nel costo di benzina e gasolio.

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(red.) Il 2011 è stato un anno caldo per i prezzi, che hanno mese dopo mese portato avanti una lunga rimonta rafforzata da uno sprint finale, su cui, spiega l’Istat nel bilancio sull’anno appena passato, hanno anche ”influito i provvedimenti previsti dalla manovra fiscale di settembre e, in particolare, l’aumento dell’aliquota dell’Iva”.
Ecco che nel 2011 il tasso d’inflazione medio annuo è salito al 2,8%, quasi raddoppiando rispetto all’1,5% del 2010 e portandosi sui valori massimi dal 2008.
I rialzi più forti si sono concentrati nell’ultimo parte, con dicembre che ha visto la crescita stabilizzarsi al 3,3%. Se si guarda ai prodotti, i principali responsabili dei rincari sono stati i carburanti che insieme agli alimentari hanno fatto lievitare il paniere degli acquisti quotidiani. Anche in questo caso si è tornati, infatti, ai livelli più alti dal 2008, sia con riferimento alla media annua (3,5%) sia a dicembre (+4,3%). Una crescita inflattiva evidenziata anche nell’ultimo report dell’ufficio statistica del comune di Brescia, pubblicato un paio di settimane fa.
Intanto si è ampliato il distacco con il tasso totale (a dicembre tocca un punto percentuale).
L’Istat sottolinea come il riscaldamento dei prezzi sia stato per lo più dovuto ai rialzi registrati per i comparto energetico e per quello alimentare. In particolare, il rincaro dei beni energetici ”ha contribuito a determinare quasi un terzo del tasso d’inflazione medio annuo”.
D’altra parte benzina e gasolio hanno continuato a mettere a segno aumenti a doppia cifra per tutto l’anno con un’accelerazione dovuta al rialzo delle accise sui carburanti. Solo a dicembre l’Istat rileva una crescita delle quotazioni del 15,8% per la verde e del 24,3% per il gasolio. Oltre al pieno sulle tasche degli italiani si sono fatti anche sentire gli aumenti per caffè (+16,7%) e biglietti aerei (+18,3% in un solo mese). Tuttavia c’è anche qualche capitolo in discesa, rispetto a novembre calano alberghi, hotel, ristoranti .
Ma per le associazioni dei consumatori non basta qualche segno meno, a preoccupare il Codacons è l’aumento del carrello della spesa (+ 585 euro a dicembre). Federconsumatori e Adusbef esprimono timori per il 2012 (visto che il 2011 già lascia un’eredità del +1,3%). Gli agricoltori della Cia, denunciano come l’aumento dei carburanti abbia impattato sugli alimentari.
Mente Coldiretti, tirando le somme sul 2011, rileva come nel carrello della spesa alimentare è la tradizionale tazzina a far registrare gli aumenti più elevati; al contrario la riduzione più evidente si è registrata per il pomodoro.
Federconsumatori e Adusbef giudicano ”drammatici i dati che emergono dal rapporto Istat sull’inflazione registrata nel 2011”. Per Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti rispettivamente di Federconsumatori e Adusbef, ”è evidente che le volontà speculative hanno superato ormai ogni limite”. Ecco che entrambe le associazioni invitano il governo ”a fare qualcosa per bloccare immediatamente questi comportamenti. Anche disponendo un vero e proprio blocco di prezzi e tariffe”. Altrimenti, avvertono, nel 2012 c’è il rischio di un tasso d’inflazione ”tra il 4% e il 5%”, con ”l’aumento di prezzi e tariffe che si prospetta già di oltre 2.103 euro a famiglia”.
Secondo le due organizzazioni ”il dato più preoccupante e grave riguarda l’aumento dei prezzi dei prodotti di largo consumo, quelli appartenenti al cosiddetto ‘carrello della spesa’, i cui costi sono aumentati mediamente, secondo l’Istat, del 3,5%”. Ciò comporta, spiegano, ”una ricaduta, solo nel settore alimentare, di circa +175 euro rispetto alla spesa media annua indicata dall’Istat in questo comparto, se rapportato invece alla spesa complessiva si tratterebbe di una batosta di 1.032 euro a famiglia”.

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