Edison, Edf: “Siamo stati ingannati da A2A”

Scontro tra soci italiani e francesi. Questi ultimi accusano la multiutility di voler rinegoziare l'accordo per non assumere una quota troppo alta di debito.

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(red.) Lo scontro tra i soci di Edison raggiunge livelli senza precedenti e lascia presagire, in assenza della mediazione del governo, esiti dirompenti per il secondo produttore elettrico del Paese.
Edf, dopo le accuse arrivate nei giorni scorsi da A2A e Delmi, che hanno imputato alle richieste dei francesi i ritardi nella chiusura del riassetto, non ha usato mezzi termini affermando di ”essere stata ingannata” dalla multiutility e accusandola di rimettere in discussione l’intesa non vincolante raggiunta a fine ottobre a Parigi.
”A2A vuole rinegoziare gli accordi perchè si è accorta che, in virtù di quella intesa, si dovrebbe assumere una quota troppo alta del debito di Edipower”, hanno fatto sapere da Parigi fonti vicine a Edf.
”Le trattative si chiudono solo se soddisfano entrambe le parti” ha replicato A2A.
L’escalation di accuse riporta in primo piano la possibilità che Edf avvii le procedure per scatenare, alla scadenza dei patti (30 dicembre), l’asta su Edison. Una opzione deflagrante, che provocherebbe con ogni probabilita’ l’intervento del governo, e che per ora i francesi continuano a considerare una extrema ratio. Snodo cruciale di ogni decisione sarà il cda di Edison del 21 dicembre, quando i soci italiani e francesi si confronteranno nel board ”per esaminare le diverse opzioni disponibili per il finanziamento della società”.
A fine anno scadono 1,1 miliardi di debiti della controllata Edipower ma, anche per l’assenza di un piano industriale e di chiarezza sul destino dell’ex genco, l’intesa con le banche stenta ad arrivare. Delmi ha fatto sapere che voterà no ad aumenti di capitale in Edison fino a quando non si saranno conclusi gli arbitrati sui contratti di fornitura di gas a lungo termine, dai quali dipende la meta’ dell’ebitda attesa nel 2012 (tra gli 1,2 e gli 1,3 miliardi).
In questo quadro di rapporti ormai deteriorati i soci italiani confidano nell’intervento del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. ”Tutto è in mano al ministro”, fanno sapere fonti vicine a Delmi mentre riprendono quota le ipotesi di una cordata italiana per Edipower e si rincorrono le indiscrezioni su un confronto tra Passera e Francois Baroin, titolare del dicastero alle Finanze e all’Industria della Francia.
A ‘spaccare’ Edf e A2A è il tema della ripartizione del debito di Edipower derivante dallo spacchettamento della società tra Edison, da un lato, e A2A e Iren dall’altro.
Secondo Edf gli italiani, a cui andranno i due asset migliori (le centrali idroelettriche di Mese e Udine) devono farsi carico di 800 milioni di debiti. Secondo le multiutility di Brescia e Milano la somma non dovrebbe superare i 300-400 milioni, visto che ai francesi restano più di 6.000 megawatt di potenza, a fronte dei 650 destinati loro.
A fine novembre, Edf ha accettato di prorogare per la quarta volta i patti di sindacato solo dopo che Delmi ”ha firmato la lettera nella quale veniva riconfermato l’impegno a ricorrere ad un esperto indipendente”, come previsto dall’intesa di Parigi.
E ora che gli italiani sembrano disconoscere preventivamente l’esito della perizia si sente ”ingannata”. Un’accusa a cui A2A risponde dicendo che a fine novembre sono state avanzate nuove e inaccettabili richieste da parte di Edf.

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