Edison, botta e risposta tra Edf e A2A

Tensioni tra soci italiani e francesi su rifinanziamento ed aumento di capitale. La situazione è monitorata dal Governo e sotto l'attenzione di Passera.

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(red.) Dura risposta dei soci italiani di Edison a Edf, dopo la lettera della scorsa settimana con cui i francesi avevano esercitato, a detta di A2A (società dei comuni di Brescia e Milano) e degli altri azionisti della holding Delmi, un pressing indebito per chiudere rapidamente il riassetto di Foro Buonaparte, recapitando alla multiutility una missiva dai toni concilianti ma dal contenuto ultimativo.
La replica, firmata da Renato Ravanelli, direttore generale di A2A e negoziatore per i soci italiani, arriva in un momento in cui Delmi ha trovato un nuovo alleato nel governo. ”Per il momento mi hanno tenuto informato, come è giusto che sia” si è limitato a dire il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, dopo l’incontro con i vertici di A2A della scorsa settimana. ”Continuiamo ad aggiornare il ministro per la rilevanza che il progetto ha per il Paese” riferiscono fonti vicine a Delmi. E in ambienti interni ad A2A non si manca di rilevare che ”ora anche noi abbiamo un governo alle spalle”.
Nella lettera indirizzata al direttore finanziario di Edf, Thomas Piquemal, Ravanelli chiede che non vengano messi in discussione gli accordi raggiunti sullo spacchettamento di Edipower e ricorda che l’ultima proroga dei patti e’ stata ”condivisa” e che c’è l’impegno ”a verificare lo stato dell’arte prima” della nuova scadenza del 30 dicembre.
Ravanelli ha anche invitato Edf a tenere separato il discorso sulla futura governance da tematiche relative ”all’attuale situazione economico-finanziaria della società”, questioni di competenza degli organi sociali di Foro Buonaparte. Si sa che Edf, richiamandosi ai problemi di Edison e al pressing delle agenzie di rating, preme per chiudere rapidamente il riassetto.
E che ha avanzato la richiesta, nell’ ‘interim period’ (i mesi necessari per attuare l’eventuale accordo), di tenersi le mani libere per ricapitalizzare la società. Una eventualità vista come fumo negli occhi dagli italiani, che vedrebbero deprezzarsi il valore della loro quota.
Ambienti vicini ai francesi hanno sottolineato il ”profondo disaccordo” con i contenuti della lettera affermando ”che la priorità di Edf sarà adesso rifocalizzarsi sul rifinanziamento di Edison”. Il 30 dicembre scadono infatti 1,1 miliardi di debito di Edipower e le trattative con le banche, complici anche le incertezze sul riassetto, non sono ancora arrivate a una conclusione.
Ravanelli ha imputato il prolungamento dei negoziati anche a ”richieste di Edf molto delicate” formulate solo a fine novembre ”e mai discusse prima”. Probabilmente un riferimento al tema dei poteri di veto sugli aumenti di capitale e all’allocazione del debito di Edipower, questioni che stanno complicando la chiusura della trattativa. ”I francesi dimostrano nervosismo ma loro stessi hanno sollevato nuove questioni nella fase finale della trattativa”, ha confermato il presidente di Iren, Roberto Bazzano. Proprio su Edipower Ravanelli ha fissato dei paletti molto precisi: ”una eventuale modifica dei perimetri” relativi alla spartizione degli asset della società, cioè la messa in discussione del mini-polo delle rinnovabili di A2A e Iren (a cui vanno due centrali idroelettriche),”porterebbe a una revisione di quanto sin qui discusso”.
L’impressione è che la discesa in campo del governo abbia riequilibrato il rapporto, fino ad ora alquanto sbilanciato, tra Delmi ed Edf. E che il ‘sistema Italia’ monitori quanto avviene in Edison viene confermato anche da Gaetano Micciche’, direttore generale di Intesa Sanpaolo: ”il caso Edison è interessante, lo stiamo seguendo con grande attenzione”, ha detto Miccichè augurandosi ”che i soci italiani con le autorità di governo riescano a realizzare un’operazione che permetta di mantenere a livello nazionale una delle grandi aziende italiane”.

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