Edison, accordo in extremis sulla proroga

I soci hanno deciso per il rinvio a dicembre del termine sull'intesa definitiva per il riassetto di Foro Buonaparte. Edf ha ottenuto che un perito si esprima su Edipower.

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(red.) I soci di Edison hanno trovato in extremis l’accordo sulla proroga dei patti di sindacato in scadenza mercoledì e rinviato a dicembre il termine per trovare un’intesa definitiva sul riassetto di Foro Buonaparte.
“Sia Delmi che Edf”, si legge in una nota diffusa nella mattinata di giovedì, “si riservano il diritto di presentare la disdetta dei patti parasociali in qualunque momento antecedente a suddetta data. Tale disdetta determinerebbe, a partire dal 30 dicembre 2011, l’attivazione della procedura di scioglimento di Transalpina di Energia mediante vendita all’asta delle azioni Edison detenute da Transalpina di Energia”.
Se da un lato Delmi, holding dei soci italiani, ha strappato a Edf l’ennesimo rinvio dei patti, il quarto dallo scorso marzo, i francesi hanno ottenuto, come reclamato nei giorni scorsi, che sulla ripartizione del debito di Edipower si esprima un perito indipendente che verrà nominato insieme a A2A e Iren, i gruppi con i quali verrà spacchettata l’ex genco controllata da Foro Buonaparte. Resta ancora aperto, nonostante qualche progresso sul fronte della governance, il nodo di eventuali ricapitalizzazioni di Edison.
I soci italiani chiedono un potere di veto in materia a tutela del valore della loro quota (pari al 30% del capitale), che sarebbe destinata a deprezzarsi in caso di aumento mentre Edf ”considerato il contesto finanziario, vuole essere nella condizione di poter rafforzare il capitale Edison”. I negoziati dei prossimi giorni serviranno dunque a mettere un punto fermo anche sulle maggioranze qualificate con cui il consiglio dovà’ deliberare in occasione di operazioni straordinarie.
L’ipotesi di un aumento, già oggetto di rumor in passato, non è tanto peregrina visto che Edison rischia di dover svalutare ancora i suoi avviamenti (3,5 miliardi), potrebbe avere problemi sulla rinegoziazione del debito di Edipower (1,1 miliardi) e dovrà sostenere esborsi nel corso del riassetto per rilevare il 20% di Edipower da Alpiq e le centrali a gas che le verranno girate da A2A, al multiutility dei comuni di Brescia e Milano.
L’intesa sulla ‘mini-proroga’ scongiura comunque il pericolo di un’asta su Foro Buonaparte. In caso di mancato accordo, infatti, i patti di sindacato prevedono che su Edison si avvii un’asta competitiva tra gli azionisti. Una possibilità che Edf, molto irritata per la richiesta degli italiani (accusati dai francesi di ”perdere tempo”), aveva evocato a più riprese.
Per arrivare a un accordo è stata necessaria una giornata di febbrili trattative che ha visto in campo uno stuolo di legali (Gianni Origoni Grippo, Clifford Chance, Chiomenti per Edf e Cleary Gottlieb e Chiomenti per A2A).
La proroga a dicembre (la data non è ancora stata resa nota ma serviranno almeno due settimane) potrebbe permettere di agganciare anche la risposta della Consob al quesito sull’obbligo e sul prezzo dell’opa presentato da Edf e Delmi. I francesi hanno infatti subordinato l’intesa con gli italiani al fatto che la Consob non imponga un premio rispetto al prezzo medio degli ultimi 12 mesi. ”Non abbiamo ancora maturato una scelta: ci vorrà un mese” ha detto il presidente della Commissione, Giuseppe Vegas.

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