Innse, la mediazione di Zipponi

Più informazioni su

zipponimaurizio.jpgMercoledì la conferenza stampa di Camozzi. L'azienda riattiva dal 1° ottobre.


(red.) Attilio Camozzi, l’imprenditore bresciano che martedì notte al termine di complesse trattative ha acquistato la Innse di Milano (leggi la notizia), ha annunciato mercoledì mattina che l’attività industriale nell’azienda di via Rubattino riprenderà il 1° ottobre.
Alla conferenza stampa nella sede della Prefettura di corso Monforte, hanno preso parte anche il prefetto Gian Valerio Lombardi, il figlio del patron, Ludovico Camozzi, il legale del gruppo Claudio Tatozzi e l’ex sindacalista Fiom ed ex deputato di Rifondazione Maurizio Zipponi, ora esponente dell’Italia dei Valori.
E' stato proprio Zipponi ad avviare il contatto con Attilio Camozzi proponendogli l'acquisto della Innse e seguendo poi direttamente la vicenda: "Quando ho parlato con la famiglia Camozzi e ho portato gli elementi industriali a sostegno della mia tesi", ha detto l'ex sindacalista, "hanno guardato dentro e abbiamo impiegato poco tempo per strutturare un progetto, perché la Innse di Milano è un anello industriale che si aggiunge alla loro catena”.
Zipponi ha definito le trattative "molto complicate, per la pluralità dei soggetti presenti".
Camozzi ha spiegato che la riattivazione dell'azienda inizierà il 1° ottobre e che verrà da subito fermato lo smontaggio dei macchinari, che saranno tutti utilizzati dal nuovo compratore, compresi i sette che i lavoratori hanno difeso protestando contro lo smantellamento.
Una decina dei 49 dipendenti potrà riprendere a lavorare da ottobre, mentre per gli altri è previsto anche un periodo di formazione e un ricorso agli ammortizzatori sociali con cassa integrazione da stabilire e concordare con il sindacato.
E’ stato ribadito che la Camozzi ha sottoscritto l'impegno a sviluppare le attività in quell'area fino al 31 dicembre 2025. "La Innse di Milano farà parte di un polo industriale che comprende la nostra Innse Berardi di Brescia e la nostra Ingersoll americana'', ha spiegato l’industriale bresciano.
Ma dietro all'operazione industriale, c'è anche una importante contropartita immobiliare. Infatti un comunicato della Aedes, la società immobiliare quotata in Borsa proprietaria dell'area dove sorge la Innse, chiarisce che il protocollo d'intesa per il salvataggio della fabbrica milanese sarà valido solo dopo che il comune di Milano e la Regione avranno emanato i ''provvedimenti autorizzativi'' per altre aree di proprietà della stessa Aedes.
''Avuto riguardo alle problematiche sociali coinvolte", afferma la nota, "Aedes ha reso la propria disponibilità ad agevolarne la soluzione. Tuttavia, al fine di mantenere l'attuale valore patrimoniale ed economico del proprio cespite, nella doverosa tutela dei valori aziendali, tenute altresì presenti le richieste avanzate da parte del gruppo industriale Camozzi in ordine alla riattivazione della produzione nell'attuale sito ed all'acquisizione delle relative superfici, Aedes ha condizionato la propria disponibilità all'adeguamento dello strumento urbanistico esecutivo esistente''.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.