Brescia: i ristoranti costano il 7,6% in più, gli alberghi il 16,3%

I dati dell'Unione Consumatori pongono la Leonessa al terzo posto per i rincari del settore ristorazione, mentre per quanto riguarda le strutture ricettive gli aumenti ci sarebbero, ma sotto la media nazionale, che è del 18%.

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Brescia. Più della metà degli italiani,  il 58,2% (circa 34,5 milioni) ha già trascorso o trascorrerà una vacanza durante l’estate, dormendo almeno una notte fuori casa.
Di quei 34 milioni, il 62,7% passerà da 4 a 7 notti fuori casa o farà vacanze più lunghe (31,4%), ma c’è anche un 4,6% che si potrà permettere solo un weekend o poco più.
Nove vacanzieri italiani su 10 resteranno nel Bel Paese (convinti dalle incertezze legate alla guerra in Ucraina), soprattutto al mare (74,6%), o in montagna (11,6%) o in città d’arte (5,8%). E tra coloro che sceglieranno una destinazione straniera, sarà sempre il mare ad attirare maggiormente (78,1%).

La spesa media complessiva (viaggio, vitto, alloggio e divertimenti) sarà di 946 euro a persona, per un giro d’affari complessivo di 32,6 miliardi di euro. La vacanza principale costerà 876 euro a chi rimane in Italia e 1.384 euro a chi va all’estero.
Tra le tipologie di soggiorno l’albergo rimane la scelta privilegiata (26,2% delle preferenze), seguito dalla casa di parenti o amici (21,4%), la casa di proprietà (15,6%), il b&b (14,5%) e la casa in affitto (12,9%). Agosto si conferma mese preferito (74,8%). Resta da indagare quel 41,7% della popolazione che le vacanze proprio non le farà. Si scopre che i motivi, ovviamente, sono soprattutto economici (43%), familiari (22,1%), di salute (17,5%), ma anche per paura di nuovi contagi da coronavirus (7,6%).

È il nuovo report-estate realizzato da Federalberghi con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions, sulla base dei dati raccolti su un campione di 1.206 italiani maggiorenni. Evidente il boom, una vera esplosione dei viaggiatori, ma è chiaro anche l’effetto inflazione, con le rinunce alle vacanze dovute ai rincari, che stanno ovunque limitando le uscite e generando l’ansia della spesa.
Nulla di buono anche per chi si appresta a partire per le ferie, specie se il luogo di villeggiatura è lontano. Nei primi posti della top ten dei rincari sulle vacanze ci sono, infatti, i voli: europei (al 1° posto con +139%), intercontinentali (2° con +70,7%), e nazionali (4° con +33,3%. Il noleggio dei trasporti è sul gradino più basso del podio con +35,5%. Al quinto posto alberghi e motel con +22,8%, poi il trasporto marittimo con +18,7%, pensioni (+11,2%), in ottava posizione i pacchetti vacanza internazionali (+6,2%), il pasto in pizzeria (+5,1%). Chiudono la top ten i ristoranti con +4,5%.

Per i rincari dei ristoranti, se la media nazionale rilevata dall’Unione Consumatori è del 4,5%, a Brescia, secondo il medesimo studio, il rialzo dei pressi sarebbe del 7,6%, al terzo posto dietro Verona (9,1%) e Gorizia (7,8%).
Un dato che, per Arthob (Associazione ristoranti, trattorie ed hostarie bresciane) non corrisponde alla situazione reale: i rintocchi, se ci sono stati, sono stati applicati in misura inferiore, ma se la situazione rincari energetici non dovesse rientrare, da settembre i rialzi ci potrebbero essere, in maniera indifferenziata.
Per il settore degli alberghi, il dato rilevato dall’Istat pone Brescia al 19esimo posto con rincari annui pari al 16,3%, sotto la media nazionale del 18%) e 11esima per rincari mensili (con l’11,7%), sopra la media italiana  che è del 5,7%. Un dato che viene contestato dagli albergatori bresciani, secondo i quali i rintocchi, se ci sono stati, sono stati minimi, a fronte di una crescita delle spese per le utenze più che raddoppiate per le strutture ricettive.

 

 

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