Coronavirus rallenta, imprese bresciane: riaprire dal 14 aprile

Appello del leader degli industriali bresciani Pasini per ripartire dopo Pasqua con gradualità e misure di sicurezza.

(red.) L’appello degli industriali e delle imprese bresciane è chiaro: visto che la tendenza ai nuovi contagi da coronavirus per fortuna sta rallentando e pian piano l’Italia sta uscendo dall’emergenza sanitaria, è giusto che le fabbriche possano di nuovo riaprire. Magari già da martedì 14 aprile, subito dopo le feste pasquali. Lo chiedono gli imprenditori dopo che per un mese e mezzo diverse attività, legate anche a importanti filiere produttive, sono rimaste chiuse rispettando il “lockdown” disposto a livello nazionale. E la richiesta accorata di riaprire le attività produttive nasce anche per l’esigenza di fare in modo che l’emergenza sanitaria non pesi troppo anche su quella economica, con il rischio recessione.

Questo è il messaggio del presidente dell’Associazione Industriale Bresciana Giuseppe Pasini che conferma in qualche modo anche la perdita di ricavi da 5 miliardi di euro da parte delle imprese bresciane in un panorama nazionale da 159 miliardi andati in fumo. A questo bisogna aggiungere che il territorio bresciano è rinomato per la sua attività manifatturiera e al Made in Italy riconosciuto a livello internazionale. Lo stesso Pasini sottolinea che le fabbriche possono riaprire mettendo a disposizione dei dipendenti ogni mezzo di protezione individuale tra guanti e mascherine. E magari ripartire con gradualità, iniziando dagli operai più giovani e con la possibilità di lavorare anche in agosto, seppur questa resti al momento solo una proposta.

In ogni caso, il leader degli industriali sottolinea che in prefettura a Brescia è stato aperto un tavolo con università, parti mediche e sindacati proprio per definire un protocollo di sicurezza. Pasini spiega anche come l’Italia sia stata l’unica a chiudere le proprie attività produttive, mentre in altri Paesi come Germania e Francia le imprese hanno continuato a lavorare regolarmente. E sulla stessa onda c’è anche il presidente di Confapi Maurizio Casasco. Entrambi sono d’accordo sul fatto che la ripresa delle attività in là con il tempo potrebbe portare l’Italia a perdere l’aggancio con alcune filiere produttive.

In ogni caso, i due leader giudicano positivo il nuovo decreto del Governo a favore delle imprese, ma chiedono meno burocrazia. Quindi, denaro e liquidità immediata, mentre Casasco avrebbe preferito che la restituzione dei prestiti non avvenisse nell’arco di sei anni, ma di molti di più, considerando che diversi artigiani stanno patendo la crisi più delle grandi imprese. Quindi, il messaggio condiviso dalle imprese è di tornare al lavoro dal 14 aprile (e non dal 16 maggio come aveva pronosticato il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli) e dotando le imprese di tutti i dispositivi di sicurezza da dare agli addetti, tra mascherine, guanti e misurazione della temperatura, ma anche assicurando il distanziamento sociale.

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