Stefana, asta ancora deserta per via Bologna

Neanche il sesto bando è andato a buon fine. Sindacati: "C'è qualcuno che lo impedisce. I vantaggi dell'acquisto ci sono". Futuro incerto per 140 addetti.

(red.) Ancora niente da fare per lo stabilimento della Stefana Spa di via Bologna a Nave, nel bresciano. Mercoledì 1 marzo nello studio del notaio Mario Mistretta a Brescia è stato rilevato che non era arrivata alcuna offerta per farsi carico dell’impianto produttivo e dei 140 lavoratori attualmente in cassa integrazione. Quello andato a vuoto è stato il sesto bando e ora tra gli addetti monta la preoccupazione per il futuro. A fine febbraio, infatti, erano stati chiesti e ottenuti dalla Regione altri due mesi di ammortizzatori sociali, mentre tra 75 giorni scade la mobilità. Che vuol dire rischio di licenziamenti, mentre 30 dei 140 stanno per andare in pensione.

Il risultato negativo dell’ennesima asta ha sorpreso tutte le parti coinvolte, a partire dal liquidatore giudiziale Pierfranco Aiardi, il commissario giudiziale Valerio Galeri e il consulente Riccardo Donadio. Sono loro, infatti, che si stanno occupando del concordato preventivo dell’impresa siderurgica che ha già venduto gli stabilimenti di Montirone, Ospitaletto e via Brescia di Nave. La sorpresa di scoprire il nuovo buco nell’acqua è derivante dal fatto che alcuni gruppi industriali avevano manifestato interesse a rilevare via Bologna. Tanto che il laminatoio attualmente chiuso è stato più volte visitato dagli addetti delle delegazioni.

A questo si aggiunge il fatto che il prezzo d’asta è stato ribassato più volte fino ai 10 milioni di euro. Tra i più critici sul nuovo fallimento c’è il segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia Damiano Galletti. “Di fronte a questi vantaggi, è impossibile che nessuno si sia fatto avanti. C’è qualcuno che lo impedisce. La responsabilità di tutto questo – commenta – è degli imprenditori bresciani e dell’Aib che si sta dimostrando assente”. Sulla stessa riga anche il segretario dei metalmeccanici Cgil Francesco Bertoli che per giovedì 2 marzo ha convocato i lavoratori in assemblea per decidere cosa fare. Sicuramente saranno attivate ancora le istituzioni, dalla Regione Lombardia alla Provincia di Brescia, prefettura e Comune di Nave per decifrare anche il futuro dei 140 lavoratori.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.