Ubi unica, 1.300 esuberi tra il 2017 e il 2018

Intesa tra il nuovo istituto di credito e i sindacati. 96 addetti precari saranno stabilizzati con 200 nuove assunzioni. Soddisfazione condivisa dalle parti.

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(red.) Tra il 2017 e il 2018 ci saranno 1.300 esuberi da parte di Ubi, derivanti dal processo di fusione di sette banche in un unico istituto di credito, deliberata nei mesi precedenti a dicembre. 600 addetti saranno invitati con incentivi a lasciare il posto e, tra loro, anche i prepensionati, dal 2017. Nel 2018, invece, toccherà ad altri 700.

E’ frutto di un’intesa siglata domenica 11 dicembre a Bergamo tra Ubi e i sindacati. Questi ultimi hanno espresso la soddisfazione perché il piano iniziale prevedeva più di 2.600 licenziamenti, invece saranno la metà. I primi 600 usciranno dopo il 28 febbraio 2017. Saranno anche stabilizzati 96 precari, con 200 nuovi assunti tra il 2017 e 2018 (la metà a tempo indeterminato) come ricambio generazionale.

Si era iniziato a discutere degli esuberi alla fine di luglio quando erano state valutate le conseguenze sulla fusione delle banche in una sola. Sono Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Popolare di Ancona, Banca Regionale Europea, Banca Vallecamonica e Banca Carime.

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