Marcheno, Bozzoli, attesa per bando di cessione

Il liquidatore giudiziale sta sistemando le ultime pratiche per aprire un'asta con cui cedere la fonderia. Si valuta l'acquisto completo o l'affitto.

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(red.) Martedì 18 ottobre il liquidatore giudiziale della fonderia Bozzoli di Marcheno, nel bresciano, Giovanni Rizzardi, ha varcato ancora la soglia di via Gitti per proseguire con le attività di messa in liquidazione. Ed è stato consentito alla stampa locale di fare un sopralluogo all’interno dell’azienda da 12 mila metri quadrati. L’attività industriale si è fermata all’8 ottobre 2015, giorno della misteriosa scomparsa dell’imprenditore Mario Bozzoli. Dal punto di vista investigativo, gli inquirenti ritengono che l’uomo sia stato gettato nel forno più grande all’interno dell’impresa, tanto che due operai e i nipoti Alex e Giacomo sono ancora indagati per omicidio volontario e distruzione di cadavere.
Della vicenda al seguito, dopo che l’attività non ha più ripreso nonostante l’apertura a gennaio 2016, c’è la certezza che quindici dipendenti sono stati licenziati. Mentre le auto dell’azienda, di cui anche di Mario e del fratello Adelio, sono state messe all’asta per un importo di 180 mila euro. Una soluzione in vista del possibile concordato con il quale sanare la posizione debitoria da 15 milioni di euro. Le fasi successive saranno lo smaltimento delle ultime scorie da lavorazione presenti nell’azienda e l’indizione di un bando. L’asta dovrebbe essere aperta a novembre e avrà un eco internazionale per cercare imprenditori interessati ad acquistare o prendere in affitto la fonderia. D’altronde lo ha detto anche il liquidatore: i capannoni sono agibili e tutto è perfettamente funzionante. E’ sufficiente riaccendere i macchinari per riprendere a lavorare. Pur sapendo quanto è successo all’interno.

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