Stefana, addetti via Bologna rischiano mobilità

La quinta asta per lo stabilimento di Nave è andata ancora vuota. Giovedì incontro a Roma per allungare la cigs per i dipendenti. Vendita solo a pezzi?

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(red.) Giovedì 22 settembre al ministero del Lavoro a Roma è convocato un incontro tra i sindacati e il commissario giudiziale Valerio Galeri per la vicenda del gruppo industriale Stefana, in concordato preventivo. La riunione è ritenuta fondamentale dopo che martedì la quinta asta di vendita per lo stabilimento di via Bologna a Nave, nel bresciano, è andata a vuoto. L’incontro nella Capitale, quindi, servirà alla richiesta di nuove misure di cassa integrazione straordinaria per i 160 dipendenti che, altrimenti, rischiano la mobilità. Il liquidatore Pierfranco Aiardi ha comunque sottolineato agli addetti, che martedì hanno svolto un’assemblea improvvisata con la Fiom davanti all’ufficio in attesa dell’esito del bando, di continuare a cercare investitori.
Per il quinto esito nullo, in realtà, degli interessi erano arrivati, ma si trattava di “curiosità” come precisa Aiardi. Nessuna offerta, quindi, nonostante fosse a cifra libera e con la possibilità di prendere in affitto la sede per due anni, è stata concretizzata. La ricerca continuerà anche nelle settimane successive, ma la sensazione è che gli investitori non siano interessati a tutto il pacchetto, bensì solo ad alcuni lotti e macchinari. Questi, quindi, come estrema conseguenza, potrebbero essere venduti in modo separato. Ma un centinaio di dipendenti resta così senza impiego.

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