Coronavirus, cosa succede nelle case di riposo bresciane

32 decessi a Ghedi e 30 tra Castelcovati e Pontevico. Zero contagi alla Pasotti Cottinelli di Brescia e agli Ulivi di Salò.

(red.) Nella giornata di ieri, venerdì 10 aprile, l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera ha presentato i membri che faranno parte della commissione subito al lavoro per capire cosa sia successo nelle case di riposo sul fronte del coronavirus, con ospiti letteralmente decimati. Tanto che l’Istituto Superiore di Sanità fa sapere che nell’arco di due settimane, quelle centrali di marzo e più drammatiche dall’inizio dell’emergenza, sono morti 1.822 ospiti. E questo numero fa pensare a quanto accaduto anche in provincia di Brescia, dove però agli istituti colpiti se ne aggiungono anche altri rimasti per fortuna indenni.

Uno di quelli dove la mortalità ha raggiunto cifre altissime è a Ghedi dove sono morte altre sei persone in pochi giorni. E sono 32 quelli deceduti in circa un mese rispetto allo stesso periodo del 2019 quando si erano verificati solo due decessi. E ad oggi si è verificato che un quarto dei presenti è positivo al Covid-19. Per questo motivo si è deciso di portarli in un reparto indipendente e isolato dal resto della struttura. Situazioni preoccupanti anche alla Rsa Fabeni Spazzini di Castelcovati e alla Forcella Ugoni di Pontevico dove sono morti 30 sugli oltre 160 pazienti presenti.

E in questa situazione, per evitare altri drammi, c’è chi ha detto no alla Regione Lombardia per ospitare pazienti Covid dimessi dagli ospedali. Succede alla casa di riposo Villa Serena di Pontoglio che ha assistito al decesso di tredici ospiti. Tra le isole felici, invece, c’è la Rsa Pasotti Cottinelli di via Grazzine a Brescia dove, come riporta il Giornale di Brescia, non c’è nemmeno un caso di contagio.

Merito dei protocolli molto rigidi che erano già stati attivati dalla fine di febbraio e dal fatto che gli ospiti possono comunicare con i parenti solo attraverso i tablet. Infine, alla casa di riposo Gli Ulivi di Salò, che non ha avuto casi di contagio, si sono opposti all’idea di ospitare dimessi da Covid in via di guarigione. Tanto che dal Comune dicono di preferire gli hotel come luoghi dove proseguire la quarantena.

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