Caionvico, venerdì funerale alpinista scomparso

La salma di Francesco Cancarini arriverà oggi nella casa di via Sant'Orsola per camera ardente. Proprio oggi, con un amico, aveva in programma una scalata.

(red.) Nella giornata odierna, mercoledì 5 dicembre, la salma dell’alpinista 28enne Francesco Cancarini, morto dopo essere precipitato per centinaia di metri al Tonale, sarà trasferita nella casa di via Sant’Orsola 149 a Caionvico, quartiere di Brescia, dove sarà allestita la camera ardente. Il funerale, invece, sarà celebrato venerdì 7 alle 14 nella chiesa intitolata a padre Massimiliano Kolbe, nello stesso rione. Resta ancora scolpito nella mente e nel cuore degli amici e di chi lo ha conosciuto il dolore per la tragedia che ha colpito il giovane bresciano. Lo scalatore, nato e cresciuto a Brescia, aveva deciso di trasferirsi a Gardone Valtrompia per essere più vicino alle vette da scalare tra Valcamonica e Sebino e in vista di conseguire, nell’arco di pochi mesi, l’abilitazione per diventare guida alpina del Collegio del Trentino.

In effetti, avrebbe voluto farlo in Lombardia, restando nella regione di appartenenza, ma nell’attesa che fossero programmati i corsi aveva deciso di non stare fermo. E ora a stringersi intorno alla famiglia formata dalla madre Monica Rovetta consigliera comunale di Brescia e al padre c’è un’intera comunità, insieme agli amici. Tra loro, anche il titolare della Vertical Work di Bedizzole nella quale Cancarini aveva lavorato per due anni e che ha dato un suo messaggio di cordoglio. E c’è da pensare al fatto che proprio oggi, mercoledì, il 28enne sarebbe dovuto tornare in montagna per altre scalate. Lo rivela Emanuele Andreozzi, alpinista di Trento che, interpellato dal Giornale di Brescia, ha parlato della sua esperienza come frequente compagno di cordata del bresciano.

Dice che avrebbe dovuto ospitare l’amico questa notte, per poi risalire in quota e continuare la passione della montagna. Nel curriculum montano di Cancarini c’erano la Valle del Sarca, le cascate di ghiaccio, le Dolomiti e sul gruppo dell’Adamello. E aveva anche molta esperienza nell’affrontare pareti rocciose e ghiacciate tra monte Bianco e altre vette. In più, aveva un progetto, programmato per la scorsa estate ma rinviato per avverse condizioni meteo alla prossima e a questo punto che resterà incompiuto. Sempre con l’amico alpinista di Trento doveva percorrere tre vie di scalata aperte dall’alpinista scomparso Armando Aste. Sono sul Crozzon di Brenta, alla Marmolada e alla Punta Civetta.

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