Morti bianche, Brescia tra le province più colpite

Sono 348 i lavoratori che hanno perso la vita da gennaio a oggi. L’Osservatorio Indipendente di Bologna critica i dati di Inail sulle tragedie sul lavoro.

(red.) Dal primo gennaio al 31 luglio 2013 sono morti sui luoghi di lavoro 348 lavoratori, 50 nel mese di luglio e 69 in giugno. Se contiamo le morti sulle strade e in itinere si arriva a superare le 700 vittime.
Nel suo rapporto, l’Inail dichiara che i morti sul lavoro nel 2012 sono stati 790, compresi 409 lavoratori morti sulle strade. Se si detraggono i 409 morti sulle strade per l’Inail nel 2012 risultano 381 lavoratori morti sui luoghi di lavoro.
L’Osservatorio Indipendente di Bologna ne ha registrati nel 2012 ben 624 solo sui luoghi di lavoro. Come mai questa differenza del 40%? Ancora, nel rapporto Inail si legge che le denunce per infortuni mortali nel 2012 sono state oltre 1296, «una palese contraddizione» sottolinea Carlo Soricelli dell’Osservatorio, «che è opportuno approfondire. Chi sono e cosa facevano nel momento dell’infortunio queste centinaia di lavoratori che l’Inail non inserisce tra le morti sul lavoro pur essendoci una denuncia d’infortunio mortale?».
L’Osservatorio già il primo gennaio 2013 scriveva che i morti nel 2012 erano complessivamente più di 1180. Dal primo gennaio 2008, giorno d’apertura dell’Osservatorio si è sempre parlato di “favolosi” cali delle morti sul lavoro. «Il calo, viene sottolineato, «al 31 luglio 2013 rispetto al 31 luglio 2008 è del 2,8%».
Il 31 luglio 2012 erano morti sui luoghi di lavoro 360 lavoratori contro i 348 del 31 luglio del 2013 e tenendo conto che dall’anno scorso sono stati tagliati posti di lavoro e la cassa integrazione è cresciuta in modo drammatico, il risultato non è certo incoraggiante. Al contrario, nonostante la crisi, evidenzia l’Osservatorio, in proporzione assistiamo ad un aumento del fenomeno che ci vede primi in Europa in rapporto al numero di abitanti, il solo parametro valido per valutare l’andamento delle morti in una provincia o in una regione. Questo perchè a morire sono in larga parte persone che non dispongono di un’assicurazione e che non rientrano nelle statistiche ufficiali.
Per l’Osservatorio Indipendente di Bologna sono «morti sul lavoro tutti i lavoratori che muoiono mentre lavorano, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa che spesso è diversa o addirittura non esiste (lavoro nero)».
In questi primi sette mesi il 38,6% dei morti sul lavoro è nel comparto agricolo: quasi i due terzi delle vittime in agricoltura sono dovuti allo schiacciamento dal trattore.
Le morti nel comparto dell’edilizia risultano il 24,4% sul totale.
Il 19,1% nei servizi, il 6,39% nell’industria,  il  5,5 % nell’autotrasporto.  Poi ci sono i lavoratori morti sulle strade e in itinere che sono considerati a tutti gli effetti morti per infortuni sul lavoro e che sono almeno altri 350 dall’inizio dell’anno. Moltissimi di questi decessi sono considerati come morti per incidente stradale, ma in effetti molti di questi sono lavoratori che si spostano sulle strade e autostrade, dal sud al nord o viceversa e spesso nascondono lavoro nero che è impossibile riuscire a quantificare nell’interezza (e anche noi non inseriamo le vittime d’infortuni per l’impossibilità di quantificarli).
Gli infortuni mortali nelle fabbriche sono il 5,6% dall’inizio dell’anno, mentre nel 2012 furono il 7% del totale, per la stragrande maggioranza nelle piccolissime aziende.
Le province con più di 5 morti sui luoghi di lavoro sono: Genova 14 morti (Liguria 18). Roma 10 (Lazio 18). Milano 9, Brescia 7, Pavia 5 (Lombardia 44). Torino 9 e Cuneo 7 (Piemonte 24). Chieti 8 (Abruzzo 14). Foggia 8 (Puglia 16).Cosenza 7 (Calabria 17). Palermo 7, Agrigento 5 (Sicilia 29). Bologna 7, Modena 6, Reggio Emilia 5 (Emilia Romagna 33). Verona 6 (Veneto 25). Salerno 6, Napoli 6 Campania 20). Cagliari 5 (Sardegna 9). Perugia 6 (Umbria 7), Ancona 5 (Marche 15), Trentino Alto Adige e friuli Venezia Giulia 5 morti, Molise e Basilicata 3 morti.

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