Sorella del Cc bresciano ucciso contro Cianci

Federico Tempini venne ammazzato con due colleghi a Liscate nel 1979 dall'attuale ergastolano. Che in permesso premio ha ferito a coltellate un anziano.

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(red.) La vicenda emersa nei giorni precedenti a lunedì 11 novembre, con il grave ferimento a coltellate di un anziano di 79 anni all’ospedale San Raffaele di Milano e per opera dell’ergastolano Antonio Cianci, scuote anche la provincia di Brescia. Perché uno dei tre carabinieri uccisi la sera del 9 ottobre del 1979 e che portarono proprio alla condanna di Cianci, era stato il bresciano Federico Tempini, di Darfo Boario Terme. A distanza di poche ore dall’ennesimo fatto commesso, la sorella Donatella del militare morto in servizio esprime tutto il suo sdegno per quanto accaduto. Per quanto riguarda quanto commesso quarant’anni fa, Tempini era con i colleghi Michele Campagnuolo e Pietro Lia quando vennero uccisi a colpi di pistola a un posto di blocco da Antonio Cianci a Liscate, nel milanese.

E nelle ultime ore, dopo aver ricevuto un permesso premio di tre giorni si è reso di nuovo protagonista in negativo. Doveva andare a trovare la sorella, come spiegazione ufficiale, invece ha accoltellato un 79enne allo scopo di rapinarlo. “Non ci saremmo mai aspettati di dover tornare a commentare un episodio commesso dall’uomo che ha rovinato per sempre la mia famiglia” commenta la sorella del carabiniere bresciano ucciso. Tra l’altro, solo domenica scorsa 3 novembre i familiari dei tre militari ammazzati si erano ritrovati per commemorare l’anniversario e con gli altri parenti si erano chiesti che fine avesse fatto l’omicida.

“Aveva ucciso nel 1974 un ragazzo poco più ventenne. Ora si è comportato da vile scegliendo una vittima di 80 anni” aggiunge Donatella Tempini. E ora, dopo l’ennesimo fatto di pochi giorni fa, torna il dibattito sui permessi premio concessi agli ergastolani e come stabilito anche dalla Cassazione che ritiene la mancata concessione un atto non costituzionale. “Il premio non mi piace perché non capisco che premio debbano ricevere. Non sarò certo io a criticare le scelte della magistratura – dice la sorella del militare ucciso – però non posso non dire che lasciare senza sorveglianza un ergastolano è un azzardo”.

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