Italcarni, interrogazione in Parlamento

Lo stabilimento di Ghedi compare nella richiesta del Pd firmata da Miriam Cominelli. A febbraio inizierà il processo contro quattro imputati.

Italcarni(red.) Il caso dell’Italcarni di Ghedi, nel bresciano, lo stabilimento di macellazione sequestrato per i presunti maltrattamenti sugli animali e la carne infetta, è approdato in Parlamento. L’iniziativa è della deputata bresciana del Partito Democratico Miriam Cominelli che, con i colleghi Lacquaniti, Bazoli, Rampi e Berlinghieri, ha presentato un’interrogazione ai ministri della Salute e Agricoltura. Nella comunicazione, si chiede dove sia finita la carne risultata adulterata e la certezza che non abbia raggiunto i tavoli del paese. Cominelli parla di un “atto grave per il benessere degli animali e gravissimo per la tutela della salute dei cittadini”. Dal punto di vista giudiziario, il 12 febbraio ci sarà l’udienza preliminare in cui il pubblico ministero di Brescia Ambrogio Cassiani, a capo del fascicolo, chiederà il rinvio a giudizio di due dipendenti e di due veterinari dell’Asl.
L’amministratore unico Federico Osio, invece, si è accordato con il magistrato per patteggiare una pena di due anni e sei mesi. In ogni caso, si dovrà pronunciare il giudice. L’accusa è di adulterazione di carne destinata ad alimentazione umana, maltrattamento di animali e smaltimento illecito di rifiuti. Sul fronte della salute della carne, infatti, due laboratori scientifici avevano certificato concentrazioni di batteri anche di 50 volte oltre i limiti, insieme alla salmonella. Nel processo che si aprirà a febbraio, è intenzionato a costituirsi parte civile anche il Comune di Ghedi che potrebbe rescindere la convenzione con il macello ancora sotto sequestro.

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