Lac: “Le menzogne sullo spiedo bresciano”

Tre associazioni di categoria hanno chiesto al ministro una deroga sull'importazione di uccellini. Animalisti contrari

Più informazioni su

sequestro da un ricettatore di Brescia(red.) Cabs (Committee against bird slaughter) e Lac (Lega per l’abolizione della caccia) lanciano l’allarme, spiegando che una parte del commercio e della ristorazione made in Brescia sta cercando di azzerare la «storica» modifica alla legge nazionale sulla caccia che, mesi fa, ha bloccato l’importazione di uccelli morti dall’estero per alimentare la lucrosa consuetudine bresciana (e non solo) dello spiedo «tradizionale».
In sintesi, incontrando il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, tre associazioni di categoria hanno chiesto una deroga alle nuove regole, e Lac e Cabs si rivolgono proprio al ministro, oltre che al commissario europeo per l’Ambiente Karmenu Vella, sollecitando entrambi a non azzerare la recente conquista sulla strada della tutela dell’avifauna su scala mondiale.
Sottolineando che in realtà lo spiedo non è mai stato vietato, in quanto confezionabile, senza alcun commercio con uccelli cacciabili, quali tordi, cesene o allodole abbattuti dai cacciatori, i due gruppi si rivolgono così al ministro Galletti: «Quello che certamente ristoratori e commercianti non Le hanno riferito è che l’importazione di uccelli dal Nordafrica serviva anche a coprire la generale illegalità venatoria e il rifornimento degli stessi ristoranti con esemplari protetti da parte di cacciatori e bracconieri locali. L’abbattimento a fucilate, ma ancora di più l’uccellagione praticata con trappole e reti sono storicamente fonti di approvvigionamento di un mercato dai grandi numeri e, insieme, la causa di un depauperamento gigantesco del patrimonio faunistico intercontinentale rappresentato appunto dagli uccelli migratori».
«La deroga che viene chiesta al Governo italiano e di riflesso all’Europa – aggiungono Cabs e Lac – è soprattutto un paravento; una opportunità per tenere aperto un canale di approvvigionamento nel quale fare entrare legalmente e illegalmente di tutto. Per questi motivi – è l’appello al ministro e a Bruxelles – la invitiamo a non farsi ingannare dai richiami alla necessità di salvaguardare quelle che vengono definite tradizioni, ma che non sono altro che pratiche di saccheggio indiscriminato, in contraddizione con la tutela della biodiversità e le normative europee».

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.