Spiedo, «strampalata la petizione FdI»

Il Coordinamento associazioni ambientaliste e animaliste bresciane: «La modifica di legge riguarda solo i passeri surgelati importati da Tunisia o Cina».

uccellini spiedi sequestro(red.) Il Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste bresciane  è intervenuto in merito agli articoli apparsi in questi giorni sui quotidiani e sul web, riguardo al divieto di utilizzo di uccelli selvatici morti, anche importati dall’estero,  nello spiedo bresciano e alla «confusione innescata dalla strampalata petizione annunciata localmente dal partito “Fratelli d’Italia” , volta a un’ulteriore modifica della legge venatoria statale  157 del 1992, dalle dichiarazioni del presidente della provincia di Brescia e di alcuni consiglieri regionali Lombardia».
Gli ambientalisti sottolineano che «già prima della modifica della Legge sulla caccia 157/92 (norme per la protezione fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) e della sua recente modifica  attraverso il Decreto legge 24/06/2014 n. 91, sussisteva il divieto di porre in commercio fauna selvatica, anche se regolarmente abbattuta, attraverso ristoranti, ad esclusione delle specie quali: (germano reale (anas platyrhynchos); pernice rossa (alectoris rufa); pernice di Sardegna (alectoris barbara); starna (perdix perdix); fagiano (phasianus colchicus); colombaccio (columba palumbus)».
«La recente modifica apportata ai divieti previsti all’art.21, (lettere bb), della Legge 157/92, concernente il divieto di commercio di uccelli selvatici vivi o morti, loro parti o prodotti derivati- spiegano gli animalisti-  aggiunge solamente le parole: “anche se importati dall’estero, appartenenti a tutte le specie di uccelli viventi naturalmente allo stato selvatico nel territorio europeo..”».
Cosa significa? «Che le confezioni di passeri surgelati importati dalla Tunisia o dalla Cina, che prima della modifica erano ammesse all’importazione, non potranno più essere detenute per la vendita, e/o poste in commercio in Italia, poiché tale specie vivono in stato di naturale libertà anche su parte del territorio italiano».
Per il Coordinamento delle associazioni ambientaliste e animaliste bresciane «risulta quindi totalmente fuorviante l’affermazione che la “tradizione” bresciana dello spiedo, non potrà più essere continuata, ammesso e non concesso che acquistare uccellini congelati di cattura, di dubbia rintracciabilità, soggetti a chissà quali standard  igienico-sanitari, per rifilarli ai clienti italiani sia di per sé accettabile».
«Vero è invece che, poiché non si può più utilizzare la passera hispaniolensis (provenienti dalla Tunisia) non si possono più inserire nello spiedo uccelli di dimensioni simili ai vietati, come il pettirosso e altri piccoli canori, tanto ricercati e utilizzati dagli stessi ristoratori» viene puntualizzato.
«La Commissione europea- prosgeue la nota degli attivisti- ha aperto a marzo di quest’anno una procedura Pilot (5283/13/ENVI “Uccisione, cattura e commercio illegale di uccelli”), per i ripetuti casi di bracconaggio e nell’iter propedeutico alla procedura di infrazione viene espressamente  citata l’uccellagione della Provincia di Brescia (Valcamonica, Valtrompia e Valsabbia) con trappole, reti, archetti e richiami elettromagnetici ai danni di piccoli uccelli migratori».

 

 

 

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