Brescia, arriva il Bigio in miniatura

La statua del Dazzi riproposta in versione mini dallo scultore Stefano Bombardieri. Una provocazione per «sensibilizzare sul valore dell’opera».

(red.) Di queste dimensioni (40 centimetri di altezza), certamente, non solleverà le polemiche suscitate dal “fratello maggiore”, di ben 7 metri.
Stiamo parlando del “Bigino”, la miniatura del ben più celebre (almeno a Brescia, ma evidentemente non solo) “Bigio”, la statua denominata in realtà “L’Era fascista” scolpita da Arturo Dazzi durante il ventennio fascisate  un tempo collocata in piazza Vittoria.
Ora sulla ipotizzata restituzione filologica del manufatto in marmo binaco alla sua sede originale, dopo un acceso dibattito politico e culturale in città, la Loggia ha istituito una “commissione di saggi” cui spetta il compito di valutare se riposizionare o meno la discussa effige nella piazza cuore della città.
Intanto, però, lo scultore Stefano Bombardieri, noto anche per i giganteschi “ritratti” scolpiti di animali in via d’estinzione, ha realizzato un “Bigio” portatile. Una provocazione che dovrebbe, secondo le intenzioni, «riportare l’attenzione su una questione di ambito estetico, filologico, artistico e culturale come il ritorno del Bigio in piazza, sensibilizzando l’opinione pubblica sul valore dell’opera». Si tratta, ha spiegato l’artista, di «un’operazione apolitica, utile a focalizzare un tema sul quale si dovrebbe dibattere».
Sabato 18 ottobre il “Bigino” sarà presentato alle 18,30 alla Galleria Colossi Arte Contemporanea e venduto a 1.000 euro ad esemplare (sono 99 pezzi in tiratura limitata, accompagnati da un piccolo libro che ripercorre le vicende legate alla statua del Dazzi).

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