Soppressione Tar, dice no anche l’Ordine forense

Nessun risparmio, anzi si rischia di accrescere le spese, oltre che allontanare la giustizia dai cittadini.

(red.) Non si ferma il dibattito sulla chiusura delle sedi distaccate dei Tar, che per ora ha visto scendere in campo tecnici e politici locali a favore del mantenimento della sede bresciana..
Ora è il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Brescia a richiamare la massima attenzione di tutte le istituzioni, delle comunità servite dal TAR, stigmatizzando il metodo ed il merito della iniziativa, foriera di pesanti ricadute, in caso di mantenimento in sede di conversione del D.L. per l’intera Regione Lombarda. Secondo il Consiglio, la previsione della soppressione è in primo luogo erronea e non accettabile nel metodo per diversi motivi. Primo, perché il Governo ha prima annunciato di voler intervenire in materia di Pubblica Amministrazione, ma poi, con la misura della soppressione delle sedi staccate dei TAR, è intervenuto anche nella ben diversa materia della giurisdizione e della effettività della tutela dei cittadini nei confronti dei provvedimenti della pubblica amministrazione. Inoltre,  ancora una volta, e purtroppo, misure assai significative vengono unilateralmente assunte senza alcuna preventiva ed adeguata forma di consultazione con gli operatori, che hanno piena esperienza e diretto coinvolgimento nel funzionamento del sistema. Terzo, per l’ennesima volta in materia di giurisdizione si assiste ad intervento svincolato da più complessivi disegni di razionale riforma, nè può confondersi la problematica della geografia giudiziaria civile e penale con la ben diversa situazione della giustizia amministrativa.Quarto, l’iniziativa è di dubbia costituzionalità anche per l’ipotizzato ricorso al decreto legge, non compatibile con la materia non sussistendo affatto ed in ogni caso i presupposti della decretazione d’urgenza; nè può darsi luogo con tale strumento alla soppressione di presidi di legalità e giustizia sul territorio come quello del TAR Brescia. Quinto, la misura della soppressione, oltretutto è ricompresa in un decreto legge cd. ‘omnibus’ relativo a settori disparati. Com’è noto, peraltro, la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di simili decretazioni.
Inoltre il Consiglio ricorda che  con la soppressione si allontana la giustizia amministrativa dai cittadini in territori che, altrimenti, sarebbero fatalmente penalizzati e nei quali invece dette sedi assorbono una parte rilevante del contenzioso con risultati importanti sul piano dello smaltimento dell’arretrato. Basti considerare come in tutte le sedi staccate l’arretrato si è ridotto, negli ultimi anni, in percentuali rilevantissime che vanno dal 70% al 15%. Ad esempio, presso il T.A.R. Brescia, nel 2007, erano pendenti 12.000 ricorsi e oggi solo poco meno di 4.000; così, presso il T.A.R. Reggio Calabria, i ricorsi pendenti erano più di 12.000 nel 2009 e oggi sono poco più di 4100; presso il T.A.R. Catania, che, per dimensioni, pur sede staccata, è il quarto T.A.R. d’Italia, l’abbattimento dell’arretrato, dal 2009, è stato di oltre 9.000 fascicoli pendenti su 63.000.
Ancora, 
smentendo quanto si proclama, la misura, lungi dal diminuire aumenterebbe i costi ed oneri a carico dello Stato non solo senza apportare miglioramenti nella durata dei processi, ma al contrario incidendo negativamente sui tempi di definizione dei giudizi. Ciò in un settore che attualmente è più efficiente della giustizia ordinaria civile e penale; del resto, le sezioni staccate dei T.A.R. sono appena otto (sul totale di 28 sedi TAR) e tutte collocate in grandi centri urbani. Nulla a che vedere, quindi, con le Sezioni Distaccate dei Tribunali ordinari e con gli stessi Tribunali di recente soppressi, situati in piccoli centri urbani e, comunque, inseriti in un contesto che prevede più di cento sedi di tribunale e molte decine di sedi distaccate.
Come rilevato nell’appello che il Presidente del TAR Brescia ha rivolto nei giorni scorsi direttamente al Capo dello Stato, la previsione della soppressione “manifesta non soltanto un inaccettabile allontanamento della risposta di giustizia nel territorio, ma un inspiegabile disinvestimento qualitativo e quantitativo dello Stato in un settore e nei confronti di un plesso di giustizia che costituisce oggi, per unanime giudizio degli operatori della giustizia, un efficiente plesso giudiziario”. La misura della soppressione, inoltre, è stata assunta senza alcun approfondimento ed anzi, per quanto sopra accennato, senza preventiva ed adeguata istruttoria, che,come reputa il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, avrebbe condotto a diverse valutazioni e conclusioni. Inoltre, i tempi ristrettissimi fissati per l’entrata in vigore (dal primo di ottobre) determineranno la paralisi dei giudizi in essere e dei meriti già fissati.
Per quanto attiene la situazione del TAR Brescia vanno fatte ulteriori considerazioni. Primo, la Sezione staccata tratta il contenzioso relativo ad opere pubbliche e ai relativi appalti (Expo 2015 per le provincie di competenza, BRE-BE-MI, linea ferroviaria di alta velocità Milano – Venezia, aeroporto di Bergamo), due siti di bonifica ambientale di interesse nazionale (Brescia – Caffaro e Laghi di Mantova – polo chimico), provvedimenti connessi all’immigrazione in uno degli ambiti territoriali a maggiore densità del fenomeno. Inoltre, la Sezione staccata, la cui competenza si estende alle provincie di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova (in corrispondenza con il distretto della Corte d’appello di Brescia), ha da sola un volume di contenzioso superiore a molti Tribunali regionali: lo scorso anno sono stati depositati 1417 ricorsi pari alla metà di quelli della sede milanese, che assommano a 3163) contro i 1233 del TAR Piemonte, i 1324 del TAR Liguria, i 1088 del TAR Sardegna, gli 871 del TAR Marche, i 726 del TAR Umbria, senza considerare l’assai minore carico dei Tribunali di Aosta, Trento, Trieste, Campobasso e Potenza, e praticamente in linea con il TAR Abruzzo (1449) e poco al di sotto del carico del TAR Emilia Romagna (1638), peraltro anch’esso articolato su due sedi (Bologna e Parma, parimenti destinata alla soppressione) e del TAR Veneto (1934).
La sede milanese, già per sé carica di lavoro, è collocata in una struttura del tutto insufficiente ad ospitare magistrati e personale provenienti da Brescia e non appare in grado di assorbire altre due sezioni (quali quelle operanti a Brescia) con ripercussioni sulle udienze già fissate per le decisioni dei ricorsi pendenti. Nonostante su dieci magistrati previsti in organico ne siano presenti soltanto sette, l’efficienza della Sezione è nei fatti comprovata dalla riduzione di circa un quinto del contenzioso pendente tra il 2012 e il 2013 su un totale di circa cinquemila ricorsi pendenti alla fine del 2012. Inoltre, è operante da alcuni anni presso la Sezione, la Commissione Distrettuale TAR (ove siedono i rappresentanti del libero foro del distretto, delle principali avvocature pubbliche, del personale e dei magistrati TAR) che ha concorso all’efficienza della Sezione, con significativi contributi economici da parte degli Ordini del Distretto per tale scopo.
Sotto il profilo economico-finanziario, poi, non si vede del resto quale risparmio di spesa potrebbe comportare la soppressione della Sezione che solo da pochi anni si è trasferita in una nuova sede, appositamente ed onerosamente acquisita dallo Stato e che rimarrà prevedibilmente a lungo inutilizzata in attesa di qualche improbabile acquirente. Non meno rilevanti i gravi disagi per l’esercizio del diritto di difesa da parte dei cittadini sui quali ricadrebbero i maggiori costi connessi al deposito ed alla gestione dei ricorsi presso la sede di Milano. Disagi di cui sono consapevoli sia i Sindaci dei quattro Comuni del distretto, che hanno già pubblicamente assunto una posizione nettamente contraria alla disposta soppressione, riconoscendo che la Sezione è presidio fondamentale di tutela in un bacino di oltre tre milioni di residenti, sia i consiglieri regionali, che, come già reso noto, hanno approvato nei giorni scorsi una mozione fortemente critica nei confronti della soppressione.
In conclusione, l
’Ordine degli Avvocati di Brescia, unitamente agli altri ordine del Distretto, della Lombardia Orientale, condivide la posizione dell’Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi e delle Associazioni di Settore, ed in particolare della Camera Amministrativa Distretto Lombardia Orientale (CADLO) sulla inutilità ed anzi dannosità della soppressione delle Sezioni Distaccate e di quella di Brescia ed ha avviato il confronto con i rappresentanti locali di tutte le forze politiche che siedono in parlamento affinchè sia espunta la disposizione, con riserva di valutazione di ulteriori forme di tutela.

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