Brescia, «chi vuole uccidere il Carmine?»

(red.) Silenziatore alle 22, 30 al quartiere Carmine di Brescia e si accende la protesta.
Sembrerebbe quasi un contrappasso, dopo le polemiche legate ai problemi di “vivibilità” connessi alla movida serale nel cuore storico della Leonessa, eppure l’ordinanza comunale che impone lo stop alla musica, non piace. Ad essere “danneggiate”, lamentano gli organizzatori, sono soprattutto le Cene Armoniche, simposi con musica concessi dalla Loggia per la stagione estiva, che durano un’ora in meno rispetto ad altre zone del centro.
Una situazione che, protestano gli esercenti, rischia di far precipitare gli incassi del 40%.
A queste condizioni, infatti, come ha lamentato Chiara Aiardi del Carmen Town, risulta impossibile organizzare le serate di liscio per gli anziani.
Ma a protestare sono anche i residenti del Carmine che si sentono “tagliati fuori” dalle decisioni dell’amministrazione.
Francesco Catalano, che vive in zona e presiede il Movimento per la partecipazione cittadine e cittadini, lamenta questa situazione di “incomunicabilità” con la Giunta con cui vorrebbe discutere diverse proposte, come quella, pensata da un giovane laureato all’Accademia Santa Giulia, che vorrebbe mutuare al Carmine il «Farm cultural park» che si svolge a Favaro, in Sicilia, con quartieri artistici ricavati in sette cortili del paese.
Sul tavolo anche il tema del degrado urbano e della segnaletica carente o mancante (come lo stop orizzontale tra via Bixio e via Fratelli Bandiera, che è stata disegnata dai residenti stessi, in mancanza di quella “ufficiale”),  dei parcheggi selvaggi. La palla (e la parola) passa ora alla Loggia.