Differenziata, Fondra: “No a ideologismi”

Per l'assessore comunale all'ambiente qualunque scelta sarà fatta dovrà essere supportata da dati scientifici.

(red.) «Com’era prevedibile – non auspicabile – è partita la competizione fra il “Partito della calotta” e il “Partito del Porta a Porta”. Parrebbe inevitabile che nella nazione della contesa fra Guelfi e dei Ghibellini tutto si debba svolgere sempre a suon di proclami roboanti».
L’assessore del comune di Brescia Gianluigi Fondra è intervenuto nel dibattito sulla raccolta differenziata, per spiegare qual è la linea del Comune. «Sin dall’inizio del mandato da assessore all’Ambiente mi sono sforzato di rimanere nell’alveo del rigore scientifico e del pragmatismo delle soluzioni possibili. Metodo che per essere plausibile deve essere sorretto da un disegno di lungo respiro che nelle linee di mandato è ben riassunto. Sulla modalità di raccolta dei rifiuti un giornale locale riassume – forzando – in una tabella il campo di battaglia dove il partito di maggioranza starebbe pilatescamente alla finestra. Non è così».
Secondo Fondra, il tema è da tempo affrontato e discusso dentro e fuori dalla Loggia. Dal punto di vista politico diventa fondamentale e non comprimibile coinvolgere la popolazione in un processo virtuoso di differenziazione, mentre dal punto di vista tecnico non ci sono esempi a livello nazionale paragonabili nel passaggio dal sistema a cassonetto ad altro sistema. «
Brescia per dimensione demografica, orografica, amalgama sociale, sarebbe la prima in questa sfida a cimentarsi in un cambio radicale riguardante stili di vita consolidati. Chi ci ha preceduto lo sa, tant’è che se n’è guardato bene dall’affrontare il problema semplicemente ignorando che la normativa che ci obbligava gradualmente a raggiungere il 60% di differenziazione già nel passato 2013. Siamo certamente in ritardo, ma non per nostra responsabilità. Non m’interessa giudicare, sto ai fatti. Sono convinto che in futuro l’unica cosa che non funzionerà è lasciare le cose così come stanno, sostenendo l’incremento della differenziazione attraverso campagne di marketing. Vien da dire, se era così semplice, perché non sono state fatte negli ultimi cinque anni? Forse perché eventuali campagne funzionano solo se scaturiscono da un progetto serio e ragionato, studiato ad hoc per una città complessa come la nostra. I cittadini devono essere messi nelle condizioni non solo di comprendere, ma anche di condividere, il percorso dell’Amministrazione».
Per Fondra, il punto di arrivo è avere una raccolta differenziata che funziona e una tariffazione equa che premia chi produce meno rifiuti. Il punto di partenza sta invece  nel “chi” si deve occupare di un progetto complessivo di riorganizzazione del sistema di raccolta per poi gestirlo direttamente. «Non è compito del Comune studiare modalità tecniche, mentre spetta all’Amministrazione dettare gli obiettivi e le compatibilità fra costi e benefici. A maggior ragione quando si è proprietari di maggioranza di una “Società in House” fra le più dotate di mezzi finanziari e competenze specifiche e, se non altro, di esperienze decennali su tutto il territorio regionale e oltre. Principio già applicato per la pulizia di parchi e giardini e aiuole pubbliche. Già qui vien da dire che Brescia detiene particolarità e unicità condivise con Milano. Come già anticipato dall’assessore della partita, non si può però esclude a priori la possibilità di una gara in luogo di un affidamento diretto del servizio. Sta ad A2A sfruttare sino in fondo la propria vocazione di società anche pubblica attraverso una funzione non solo gestionale ma anche di ricerca e progettualità volta all’innovazione».
Per l’assessore all’ambiente, è poi 
fondamentale uno studio che attraverso più simulazioni di carattere scientifico offra a tutte le componenti istituzionali la possibilità di scegliere cosa offrire alla città con lo scopo di aprire un confronto nel merito con l’intera collettività. «Una cosa mi pare certa, nessuna imposizione verticistica potrà funzionare. Questo era l’elemento centrale del sistema cassonetto che per sua natura “non obbliga” alla virtuosità della differenziazione. Scrivo queste annotazioni perché mi hanno colpito alcune recenti esternazioni di singoli, Gruppi politici, Sindacati e Comitati paiono essere già in possesso di tutti gli elementi per una decisione univoca. In commissione Ambiente ho già detto cosa penso di quanto presentato da A2A e ho fatto una proposta che mi è parsa condivisa da tutti: un gruppo di lavoro tecnico che in un mese entri in dettagli di progettazione per simulazioni tagliate su misura della specificità di Brescia capoluogo. Qualcuno mi ha bisbigliato all’orecchio di inserire nomine di carattere politico nel gruppo di lavoro. Vizio antico di intendere la politica che ideologizza tutto per finire di dotarsi di strumenti decisionali non scientifici. Forse mi sarà sfuggito qualcosa, ma non mi pare che coloro che si sono già schierati posseggano progetti dettagliati calati su tutte le specificità della città. Se così fosse le porte dell’assessorato sono aperte per accogliere qualsiasi contributo di carattere tecnico. Diversamente sarebbero cose già viste e scarsamente utili, foriere di inevitabili dietrofront. Ecco, questo è proprio quello che non vorrei».
Una decisione, quando sarà presa, dovrà essere supportata da elementi scientifici che la legittimino, senza inutili e dannosi tentennamenti che contribuirebbero a creare una situazione di caos, peggiorando il servizio e allontanando l’obiettivo. «Per chi si cimenta con il governo del cambiamento il tema dei rifiuti non ammette proclami ideologici. Servono elementi tecnici approfonditi, frutto di comparazioni oggettive non “pilotate” e non perentorie. Viene in mente l’esempio di Parma dove il sindaco Pizzarotti promise in campagna elettorale di spegnere il nuovo inceneritore di Ugozzolo alle porte della città mentre – una volta insediato – non solo non l’ha fatto ma in una lettera diretta a tutti i suoi concittadini ha scritto di non considerare più così determinante quella scelta. Mi ero impegnato a creare le condizioni per una scelta entro l’anno e se tutti collaboreranno si potrà persino anticipare. Occorre la consapevolezza che nessuno – singoli, associazioni, partiti – si potrà chiamare fuori una volta deciso e avviato democraticamente il percorso di cambiamento. Ne va di mezzo il futuro delle prossime generazioni e il buon nome di una città che ha saputo anticipare innovazioni storiche».